Un gruppo di studiosi italiani ha scoperto 2 nuovi ceppi di Enterovirus, responsabili di infezioni virali particolarmente insidiose nei neonati e nei bambini, che possono causare malattie dell’intestino e disturbi respiratori. L’identificazione è merito del laboratorio di ricerca della UOC Pediatria I Clinica dell’Università degli Studi di Milano.
Le informazioni sui nuovi virus sono state sottoposte alla verifica della GenBank, l’organismo internazionale che si occupa delle diverse entità virali, che ne ha riconosciuto l’effettiva validità. I nuovi ceppi sono stati indicati con il nome di Enterovirus 117 e Enterovirus 118. La scoperta, avvenuta nell’ambito di uno studio collaborativo Europeo, ha già ottenuto grande risonanza, soprattutto se si considera che si l’infezione da Enterovirus è piuttosto frequente nei bambini e non soltanto nel nostro Paese, con conseguenze anche devastanti. Recentemente, infatti, ha causato la morte di 52 bambini, in modo particolare quelli sotto i 3 anni, in Cambogia.
Il laboratorio di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, inoltre, è arrivato non solo alla classificazione dei 2 nuovi virus, ma anche ad individuarne il genoma. La scoperta sarà a breve pubblicata sulla rivista specialistica Journal Of Virology. Le infezione da Enterovirus, causano varie patologie, tra cui la poliomielite, la polmonite nei bambini, infezioni sistemiche, meningite, diarree infantili, malattie respiratorie, malattie della mani, piedi e bocca. In genere questi virus attaccano i soggetti deboli o con le difese immunitarie compromesse, come appunto i bambini o le persone in riabilitazione.
Come ha spiegato Susanna Esposito, che dirige il laboratorio ed ha coordinato lo studio:
Questa scoperta sottolinea la necessità di monitorare le infezioni da Enterovirus e, allo stesso tempo, apre la strada ad una maggiore e più specifica valutazione dell’importanza e della gravità di questo virus nella patologia respiratoria del bambino. Inoltre, questo significativo passo avanti della ricerca offre un importante contributo alla possibile identificazione di più precise forme di terapia e di prevenzione contro questi agenti virali.
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