Farmaci, bambini e informazioni corrette: una correlazione che potrebbe sembrare scontata ma che in realtà non lo è. Molto spesso infatti i genitori alle prese con medicinali da dare ai loro piccoli cominciano a reperire ulteriori informazioni per essere sicuri che quegli stessi medicinali siano davvero adatti a curare i loro figlioletti.
Nel vasto mondo dei farmaci per bambini, infatti, solo pochissimi sono davvero a misura di piccolo. Si stima invece che oltre il 60% dei farmaci attualmente in uso e che i medici prescrivono ai piccolissimi siano in realtà stati testati solo su adulti e non su pazienti pediatrici. Questo significa, cioè, che non si è sicuri della risposta del farmaco che in un adulto ha sortito determinati effetti ma che potrebbe non ripetersi, o ripetersi con minore o maggiore entitià, in un bambino provocando effetti collaterali più o meno gravi. I rischi di somministrare ad un bambino un farmaco che è stata testato solo su un adulto ci sono e sono concreti: i medicinali possono essere per esempio inefficaci o addirittura tossici per i piccoli che li assumono o, ancora, possono dare origini a allergie di vario tipo.
Ecco perché sette anni fa (era il 2007) l’Agenzia Europea Per Il Farmaco (Ema) ha dato il via al Regolamento Pediatrico che costringe le aziende farmaceutiche a presentare un Piano di Indagine Pediatrico che abbia l’obiettivo di verificare dosaggi e formulazione del farmaco sui bambini. Il web comunque risulta essere ancora tra gli strumenti più gettonati dalle donne che sono alla ricerca di informazioni sui farmaci per bambini. Dopo pediatra e medico di famiglia, infatti, è ancora internet a rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per le mamme alle prese con figlioletti malati (dati emersi da una ricerca portata avanti dalla Federazione Italiana Medici Pediatri – Fimp – sull’attitudine dei genitori alla automedicazione in Pediatria).
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