La sindrome premestruale è un problema tipico delle donne in età fertile. Un insieme di malesseri e disturbi di tipo fisico e mentale che affliggono in particolare alcune donne mettendone a rischio, senza paura di esagerare, la loro felicità. Cosa lo scatena?
A questa domanda hanno tentato di dare una risposta i ricercatori dell’Università di Uppsala in Svezia, che hanno deciso di capire se alla base della sindrome premestruale e della sua forma più grave, il disturbo disforico premestruale (rispettivamente riconosciuti anche con l’acronimo PMS e PMDD, N.d.R.), vi fossero delle cause specifiche. Dobbiamo sottolineare che in particolare quest’ultimo è considerato a livello scientifico come un disturbo dell’umore caratterizzato da sintomi mentali come cambiamenti improvvisi di umore, irritabilità, ansia, tensione, depressione. Malesseri ai quali,dalla seconda metà del ciclo si aggiungono di solito i sintomi fisici.
Gli scienziati svedesi, in mancanza di pregressi bio-marcatori genetici specifici o anomalie ormonali hanno deciso di concentrare la loro attenzione sulla reazione del cervello attraverso gli strumenti di neuroimaging per verificare l’attività del cervello in presenza del disturbo o meno. I risultati, presentati al XXVI Congresso ENCP (European College of Neuropsychopharmacology), hanno mostrato come l’attività cerebrale sia effettivamente diversa tra coloro affetti dalle forme (leggera e grave) della sindrome rispetto a quella di una donna che non soffre di sindrome premestruale.
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale hanno scansionato i cervelli di 15 donne con PMDD e 14 donne sane facenti da gruppo di controllo. Commenta il coordinatore dello studio, Sundström Poromaa:
La nostra interpretazione è che le donne con PMDD sono davvero ipersensibili anche a bassi livelli di progesterone, e che l’amigdala successivamente si abitua ai crescenti livelli di progesterone nella fase luteale. Tuttavia, in alcune pazienti con PMDD, le risposte emotive eccessive, a causa dell’attivazione dell’amigdala, sono state osservate anche nella fase luteale. Inoltre le pazienti con PMDD che hanno anche alti punteggi di ansia, mostrano un aumento delle emozioni indotto dalla troppa reattività dell’amigdala nella fase luteale.
Secondo gli scienziati quindi la maggiore predisposizione alla sindrome premestruale sarebbe dettata da una maggiore sensibilità dell’amigdala.
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