La pillola dei 5 giorni dopo (ellaOne) riduce efficacemente il rischio di gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale non protetto, ma non impedisce l’annidamento in utero. A sostenerlo è un nuovo studio dell’Università di Hong Kong, presentato oggi al 13th Congress of the European Society of Contraception and Reproductive Health a Lisbona.
Il team di ricercatori ha studiato in vitro, utilizzando un modello di cellule endometriali in mono-strato per l’attecchimento di sferoidi trofoblastici, l’eventuale effetto anti-impianto della pillola dei 5 giorni dopo a vari dosaggi per 24 ore. L’esperimento è stato inoltre ripetuto utilizzando una coltura di cellule endometriali umane aspirate 7 giorni dopo il picco di LH (ossia nell’epoca che dovrebbe corrispondere ad un inizio di impianto) trattate con Ulipristal Acetato (principio attivo della pillola) a dosaggio 10 volte superiore a quello farmacologico.
Dai risultati non sono emerse differenze significative nell’attacco degli sferoidi trofoblastici dopo trattamento con il prodotto a nessun dosaggio analizzato. Come ha spiegato Emilio Arisi, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic):
Il meccanismo d’azione dimostrato dal farmaco, segnala la sua superiore capacità di blocco ovulatorio rispetto a farmaci precedenti, e sottolinea soprattutto il mantenimento di tale attività nel periodo a maggior rischio, ma non suggerisce affatto la sua infallibilità, cosa che invece ci si dovrebbe aspettare in caso di effetti anti-impianto, peraltro ora smentiti dallo studio in vitro. In sostanza, il farmaco riduce solo il rischio di gravidanza indesiderata a seguito di rapporto non protetto entro 120 ore dalla sua assunzione, ma non lo annulla del tutto.
Arriva, dunque, una conferma sperimentale in vitro ai dati clinici di sicurezza già pubblicati su Contraception 2014.
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