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Edema

Edema

Si definisce edema un abnorme accumulo di liquidi negli interstizi dei tessuti, nelle cellule e/o negli spazi intracellulari.  La manifestazione più evidente di tale condizione è il gonfiore, che prende anche il nome di fovea, e può interessare una zona circoscritta, come ad esempio una gamba o un braccio oppure estendersi a tutto l’organismo.

CAUSE: i distretti coinvolti nella genesi dell’edema sono i capillari sanguigni, i vasi linfatici e il tessuto interstiziale. I capillari hanno il compito di portare il sangue alle cellule, ai tessuti e agli organi. Il sangue, a sua volta, cede ossigeno e nutrienti ai tessuti, portando via l’anidride carbonica e i cataboliti. Quando però i capillari vengono invasi da un volume di sangue superiore alla norma la pressione interna (detta anche pressione idrostatica) aumenta e spinge sulle pareti dei vasi sanguigni, che si dilatano, mentre le cellule dell’endotelio (che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni, linfatici e del cuore) diventano sempre più distanti tra loro e attraverso lo spazio che viene a crearsi tra una cellula e l’altra passa la parte liquida del sangue, che inonda il tessuto interstiziale, il quale a sua volta aumenta di volume. Questo avviene ad esempio quando c’è una stasi venosa come nel caso delle varici alle gambe. Ma l’edema può verificarsi anche quando il sistema linfatico non riesce a drenare il liquido interstiziale a causa di un’ostruzione (linfedema) o di un’eccessiva ritenzione di sodio e in caso di infiammazione, poiché aumenta la permeabilità vascolare. Un caso particolare l’edema generalizzato al volto, alla lingua, al collo, al tronco e agli arti con aumento del peso che può simulare l’obesità (mixedema) tipico dell’ipotiroidismo.

Le forme localizzate agli arti sono spesso a carico degli arti inferiori causate da patologie che interessano la circolazione venosa o linfatica, come ad esempio la trombosi venosi, la tromboflebite o l’insufficienza venosa. Casi particolari sono quelli conseguenti ad un’ustione, un trauma (es. gonfiore dopo la puntura di un insetto), ma anche l’edema polmonare e quello cerebrale. Le forme di edema generalizzato, che prendono il nome di anasarca, possono essere provocate da:

  • Malattie cardiache che comportano uno scompenso
  • Insufficienza renale cronica
  • Sindrome nefrosica
  • Alcuni farmaci (FANS, estrogeni)
  • Edema premestruale
  • Grave compromissione della funzionalità epatica
  • Stati di grave carenza alimentare

SINTOMI: la o le zone interessate dall’edema appaiono tumefatte e pallide a causa del ristagno dei liquidi. Il tessuto interstiziale, infatti, reagisce a questa fuoriuscita eccessiva di liquido con fenomeni infiammatori, in altri termini si innesca una flogosi come meccanismo di difesa, tuttavia tale condizione può favorire la persistenza dell’edema.

DIAGNOSI: la diagnosi risulta evidente ad un esame visivo quando sono i tessuti sottocutanei ad essere interessati, in quanto il volume interstiziale, perché l’edema diventi visibile, deve aumentare di almeno 2.5-3 litri. Questa condizione può essere verificata tenendo sotto controllo il peso corporeo del paziente. Un aumento ingiustificato e improvviso, soprattutto in alcuni soggetti (cardiopatici, nefrpatici, ecc.) deve insospettire.

CURA: la terapia è in relazione agli organi e ai tessuti colpiti dall’edema, oltre che alle cause. Generalmente, per eliminare i liquidi in eccesso sono impiegati dei diuretici, quando invece l’edema è generalizzato è necessario limitare l’assunzione di liquidi e sale.

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Fonte| Università degli studi di Parma; Photo Credit| Thinkstock