Febbre ghiandolare
La febbre ghiandolare è comune durante l’infanzia, in particolare nell’adolescenza, ma può verificarsi anche negli adulti. Dura spesso una settimana o due, ma può portare a complicazioni come la sindrome della stanchezza cronica o la mononucleosi, un’infezione virale associata alla febbre alta.
CAUSE: La febbre ghiandolare è causata dal virus di Epstein-Barr. Questo può attaccare solo due tipi di cellule del corpo: quelle delle ghiandole salivari e i globuli bianchi conosciuti come linfociti B (o cellule B). L’infezione inizia nelle ghiandole salivari, che liberano grandi quantità di virus nella saliva. Poi si diffonde nei linfociti B, inducendoli a moltiplicarsi, e causando il rigonfiamento delle ghiandole linfatiche che diventano dolorose. Una volta che è avvenuta l’infezione, il virus rimane latente nelle cellule del corpo per tutta la vita.
SINTOMI: Il periodo di incubazione è compreso tra 33 e 49 giorni. I sintomi includono:
- Febbre alta al dei sopra 39° C;
- Mal di gola (che può essere grave e confuso con la tonsillite);
- Stanchezza e mancanza di energia;
- Perdita di appetito;
- Perdita di peso;
- Ghiandole gonfie;
- Mal di testa;
- Dolori muscolari
- Occasionalmente uno sfogo o rossore;
- A volte la milza può gonfiarsi e sembrare molle.
DIAGNOSI: La diagnosi può essere chiara attraverso i sintomi, ma può essere confermata da un esame del sangue.
TERAPIA: Poiché la febbre ghiandolare è una infezione virale, non c’è un trattamento specifico. Il sollievo dal dolore e la cura della febbre (tramite paracetamolo o ibuprofene), fluidi e riposo sono importanti per contribuire a superare l’infezione. Gli antibiotici non sono necessari perché possono innescare un esantema (eruzione cutanea).
Un vaccino contro il virus di Epstein-Barr è in fase di sviluppo. L’infezione è più contagiosa durante la fase febbrile, quando il contatto con gli altri deve essere evitato.
PROGNOSI: Il recupero può richiedere una o due settimane. In una piccola percentuale di casi, la stanchezza può essere prolungata per diverse settimane, quando può essere aggravata dallo sforzo. Il riposo è importante nella febbre ghiandolare e di solito è consigliato non partecipare a sport o attività faticose per oltre un mese dopo la scomparsa dei sintomi.
Le complicanze come epatite o polmonite sono rare ma hanno bisogno di un intenso supporto medico. Per alcune delle persone coinvolte, l’infezione porta a sindrome da stanchezza cronica.
[Fonte: BBC]
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