La musicoterapia è davvero in grado di apportare benefici al nostro corpo. Ma per essere efficace, la musica deve essere ascoltata nel modo giusto. Lo suggeriscono diversi studi, tra cui uno condotto dalla Kaohsiung Medical University e pubblicato su BMC Complementary and Alternative Medicine.
La musicoterapia è una realtà. L’effetto benefico esiste e non è solo spirituale perché magari una canzone è di nostro gradimento: vi sono determinate frequenze che possono sedare il nostro stress e contemporaneamente curare il nostro cuore ed il nostro cervello. Forse vi sembrerà assurdo, ma nello studio da loro condotto, gli scienziati cinesi hanno provato come la musica di Mozart sia in grado di ridurre le crisi epilettiche, mentre uno eseguito dai ricercatori dell’ateneo del Missouri negli Stati Uniti ha evidenziato come in generale sia in grado di migliorare l’umore delle persone. I canadesi in una ricerca recente si sono spinti anche oltre: sono arrivati a sostenere che ascoltare musica sia meglio del sesso.
Da qualsiasi punto di vista si prenda in considerazione la musicoterapia, è facile notare che la letteratura medica tiene in gran conto questo approccio: è stato provato addirittura che prima di un’operazione è in grado di abbassare la pressione arteriosa della persona in attesa di intervento. Il tutto, lo ripetiamo dipende dalle frequenze e su come agiscono sul nostro organismo. L’avvento dell’mp3 ha in qualche modo “limitato” gli effetti benefici della musicoterapia perché alcune frequenze nella compressione dei file, viene persa. Secondo gli esperti quindi, è bene prima di tutto scegliere formati che consentano un ascolto pieno senza che ne venga toccata la qualità come il wav e il Flac e soprattutto il dotarsi di diffusori che consentano di non perdere nemmeno una sfumatura di ciò che si sta ascoltando.
Tra i tanti approcci alternativi che proviamo continuamente per migliorare la nostra salute, dare il giusto spazio alla musicoterapia non può farci male, no?
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