Un bambino di un anno è morto ieri dopo aver ingerito, da ciò che è stato possibile ricostruire in queste ore, un’aspirina. Una tragica fatalità che dovrebbe allertare sull’utilizzo di determinati medicinali in fase pediatrica. Se adatti per gli adulti, non è scontato che lo siano anche per i più piccoli.
Bisogna infatti ricordare che non solo il corpo dei neonati e dei bambini è più debole rispetto al nostro per ciò che concerne il sistema immunitario, ma in generale l’organismo può dare vita a reazioni inaspettate nei confronti di farmaci che a meno di allergie non sono deleteri o pericolosi per la salute degli adulti. Il piccolo era affetto da influenza da qualche giorno e la madre, per alleviarne in qualche modo i sintomi, gli ha somministrato un’aspirina, non pensando assolutamente che il corpo del piccolo potesse non reagire bene. Solo il mattino dopo la giovane si è accorta che il figlio non respirava. Ma una volta giunti sul posto i medici del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del bambino.
Sebbene con molta probabilità un’autopsia in questo caso specifico dovrà avere luogo per comprendere le effettive cause di morte del piccolo, è bene ricordare che l’aspirina non è un medicinale che può essere somministrato con leggerezza in neonati ed adolescenti. Prima di tutto va sottolineato che l’acido acetilsalicilico viene utilizzato comunemente dagli adulti come antipiretico, analgesico e ed antinfiammatorio, sebbene questa sua ultima caratteristica non sia molto spiccato. Nei bambini e negli adolescenti non viene più utilizzata né consigliata dai medici perché vi è il rischio che si presenti la sindrome di Reye, patologia virale potenzialmente fatale che causa il progressivo deperimento di organi come cervello e fegato. Si conosce poco di lei tranne il fatto che sia nella maggior parte dei casi legata all’assunzione dell’aspirina e che colpisce quasi esclusivamente i bambini.
Capite ora perché suggeriamo sempre di consultare il medico prima di somministrare qualsiasi medicinale ai bambini.
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