Dal 12 ottobre al 1 novembre prende il via la campagna intitolata Anche il Cuore è un Muscolo, che mira a raccogliere fondi in favore della ricerca sulla Distrofia Muscolare Duchenne e Becker.
Molti i Vip che hanno risposto presente al richiamo dell’iniziativa portata avanti da Parent Project, associazione nata in Italia nel 1996 da genitori di bambini affetti da questa malattia, che mira a finanziare un progetto nato nel 2010 e che in pochi anni ha istituito un network nazionale di specialisti provenienti da tutti i principali centri italiani in ambito neuromuscolare pediatrico e non al fine di raccogliere preziose informazioni su questi due tipi di Distrofia Muscolare.
L’obiettivo principale della campagna Anche il Cuore è un Muscolo è quello di finanziare un assegno di ricerca per uno specialista che potrà mettere mano ai dati fino ad ora raccolti e elaborarli per arrivare a nuove soluzioni di cura per la Distrofia Muscolare Duchenne e Becker. Dal 12 ottobre e fino al 1 novembre, basterà inviare un sms al 45504 per donare 2 euro in favore della ricerca. Per questa lodevole iniziativa, patrocinata dal Policlinico A. Gemelli di Roma, sono molti i personaggi noti del mondo dello sport, dello spettacolo e della musica che sono scesi in campo come testimonial, convinti di poter dare un aiuto concreto alla ricerca: tra i tanti, Dario Fo (resgista e attore), Carolina Kostner, Andrea Barzagli, Angelo Di Livio e la Squadra Italiana Attori (sportivi), Boosta dei Subsonica, Cristina D’Avena e Anna Tantangelo (cantanti), Paolo Ruffini e Milena Miconi (tv). Tutti insieme per sensibilizzare gli italiani verso una patologia che ancora oggi non conosce cure definitive ma che colpisce 1 bambino su 3500, quasi esclusivamente maschi, e si manifesta intorno ai 2-3 anni di vita (in Italia si stima che siano 5mila i bambini affetti da Distrofia Muscolare Duchenne o Becker).
Il 7 settembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Distrofia Muscolare Duchenne e a distanza di poco più di un mese, ecco che una nuova iniziativa prende forma con l’obiettivo di compiere un altro passo avanti nella cura di questa malattia genetica rara, tra le forme più gravi tra le distrofie muscolari oggi riconosciute.