Per chi soffre di emofilia, il nuoto è lo sport più indicato. Rientra infatti nella categoria di quelli considerati a basso rischio traumatico e che comportano l’esercizio armonico e completo del sistema osteomuscolare, obiettivo questo molto importante per tutti coloro che hanno a che fare con questo disturbo.
In questa ottica si colloca l’iniziativa Un tuffo nel futuro, dedicata al nuoto e alla pratica dei tuffi e presentato dall’Associazione Emofilici di Bologna e Provincia, a conclusione della campagna Miles for Haemophilia – your personal best. L’iniziativa ha cercato di avvicinare i pazienti a uno sport che, in quanto poco traumatico perché conta sui tanti vantaggi dell’acqua, risulta essere particolarmente vantaggioso e indicato per chi soffre di emofilia, così come ha affermato Nicola Ceresi, Presidente dell’Associazione bolognese sopra indicata, che ha sottolineato l’importanza del nuoto e dei tuffi per imparare a conoscere il proprio corpo e avere una padronanza di tutte le sue parti per muoversi con armonia ed evitare uno scontro traumatico con l’acqua.
Fino a qualche anno fa si pensava che qualsiasi genere di attività sportiva fosse controindicata per i soggetti che soffrivano di emofilia, per il timore che eventuali traumi provocassero emorragie. Oggi alcuni sport considerati poco traumatici, appunto come il nuoto, vengono invece considerati alleati importanti per il benessere. Così come tutti gli sport, anche il nuoto – oltre che a fare bene al corpo, perché mette in movimento i muscoli – influenza in positivo anche la componente psicologica di chi lo pratica, creando in particolare autostima nei nuoto sport contro emofilia, che possono così scoprire il piacere di praticare uno sport al pari dei loro coetanei considerati “sani”.
L’attività fisica diventa dunque a portata di mano anche per chi soffre di emofilia anche per merito dell’uso della profilassi che, rispetto al passato, ha notevolmente ampliato la gamma delle attività sportive praticabili, limitando in modo concreto il rischio di emorragie e favorendo la costanza dell’allenamento e la pratica sportiva a lungo termine. Il nuoto risulta essere comunque lo sport più consigliato perché in acqua è minore il rischio di traumi che potrebbero mettere in difficoltà il paziente che soffre di emorragia. Spazio al nuoto, dunque, per chi è emofilico.
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