Nonostante le normative in vigore obblighino le aziende produttrici di integratori alimentari a non generare false aspettative circa i benefici apportati dai loro prodotti attraverso etichette ingannevoli, molti italiani sono convinti che questi abbiano proprietà farmacologiche e possano rappresentare strumenti di prevenzione e cura. L’allarme è stato lanciato al Sanit, il 5° Forum Internazionale della Salute, in corso in questi giorni a Roma.
Come spiega Alessandro Pinto, dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione dell’Università La Sapienza di Roma, “vittime” di questo equivoco sono spesso donne molto attente alla salute e alla forma fisica. Per le quali invece basterebbe seguire scrupolosamente un regime alimentare tipicamente mediterraneo per riuscire ad assicurarsi tutti i principi nutritivi necessari.
Mentre gli integratori possono rivelarsi utili solo date alcune condizioni, come quelle che si verificano in donne in gravidanza, soggetti debilitati, che praticano molto sport o seguono un regime dietetico ipocalorico. In ogni caso, anche per queste fasce di consumatori, l’integratore va assunto in maniera mirata e nell’ambito di una dieta sana. Intanto l’Unione Europea sta creando un registro di tutti i claim (la pubblicità sull’etichetta) ingannevoli che, una volta completato, sarà reso pubblico.