Lo avevano annunciato i malati di Sla e gli altri disabili gravissimi: ripreso lo sciopero della fame per richiedere i fondi necessari ad una sopravvivenza dignitosa, ieri mattina si sono recati a protestare direttamente sotto il Ministero dell’Economia a Roma. Per fortuna la battaglia è stata vinta al momento ed ogni protesta estrema è stata sospesa. Ma vediamo nel dettaglio a quali conclusioni si è giunti:
Il sottosegretario Gianfranco Polillo ha ricevuto una delegazione del Comitato 16 Novembre che ha coordinato questa protesta già dallo scorso Ottobre. Tra i presenti all’incontro Salvatore Usala, segretario del Comitato, Mariangela Lamanna, vicepresidente e portavoce e Luca Pulino, malato della provincia di Viterbo costretto a muoversi in barella. In strada in attesa tanti familiari ed altri disabili gravissimi, i quali, insieme ad Usala erano pronti a lasciarsi morire in poche ore in strada: attaccati ad un respiratore avevano rifiutato di portarsi le batterie di ricambio. Mariangela Lamanna ad incontro terminato ha riferito:
“Il governo si è impegnato a portare il fondo per la non autosufficienza a 400 milioni di euro (il doppio da 200 che erano ndr). Questo per noi è un respiro di sollievo, e invitiamo tutti i disabili a riprendere l’alimentazione. Nel frattempo tutta la discussione passerà al Senato, dove però sarà necessario portare dati certi, o almeno approssimativi di quanti sono i disabili gravissimi”
Già perché la situazione è questa. In Italia non si ha idea di quante siano effettivamente le persone disabili gravi non autosufficienti.
“Si dovrà chiedere alle Asl di tutte le regioni italiane di trasmettere comunicazione in merito agli ammalati e ai disabili gravissimi che costituiscono i 3 tipi di prestazione: in carrozzina, in carrozzina e con necessità di alimentazione, e chi invece ha bisogno anche di un respiratore”.
In 5 giorni tutti questi dati dovranno confluire al Senato, affinché possano essere stabiliti con certezza i numeri e le cifre economiche da inserire nel patto di stabilità. Per fortuna i gesti estremi sono stati evitati e purtroppo dobbiamo dire, non ne eravamo certi, temevamo un epilogo drammatico. Ma è possibile che bisogna arrivare a tanto per ottenere un diritto alla dignità e alle cure sancito dalla nostra Costituzione?
Approfondimenti e sostegno nel sito del Comitato.