Con la sua equipe il 23 dicembre del 1954 il dottor Joseph E. Murray, eseguì il primo trapianto di organi della storia della medicina e dell’umanità, con esito positivo. Il tutto è avvenuto, presso quello che allora era il Peter Pickle Bent Brigham Hospital, oggi Brigham and Women’s Hospital di Boston, dove ieri si è spento all’età di 93 anni. La causa del decesso, la complicanza di un ictus subìto giovedì scorso. Solitamente noi di Medicinalive non ci occupiamo di fare “coccodrilli” o ricordare personaggi della storia della medicina, ma per alcuni come lo stesso Murray o per Renato Dulbecco, scomparso lo scorso Febbraio, è impossibile sorvolare, data l’importanza della loro attività.
Il Nobel per la medicina
Nel 1990 il dottor Joseph E. Murray ottenne il premio Nobel per la medicina. Si legge nelle motivazioni:
“per le scoperte riguardanti i trapianti di cellule e organi nel trattamento delle patologie umane”.
E’ un premio che la dice lunga su quanto il suo impegno sia stato determinante. Il Nobel solitamente infatti viene assegnato a ricercatori e non a clinici affermati: in qualità di direttore del laboratorio di ricerca chirurgica presso la Harvard Medical School ed il Peter Bent Brigham Hospital di Boston Il dottor Murray ha sempre approfondito lo studio delle tecniche di trapianto, i meccanismi di rigetto d’organo e l’uso di farmaci per contrastare lo stesso. Anche se la sua principale attività fu quella di chirurgo plastico.
Il primo trapianto di organi umani
Murray raccontò in un’intervista che i suoi primi trapianti e le intuizioni successive arrivarono durante la guerra: trapiantando lembi di pelle su soldati feriti ed ustionati ancora vivi, nel tentativo di salvarli. Aveva compreso come “un tessuto di una persona morta poteva salvare una vita umana”. Tornato in patria le sue ipotesi furono considerate azzardate, ma comunque riuscì ad avere l’autorizzazione per testare alcune tecniche chirurgiche nuove per l’espianto e l’impianto di reni. Provarono inizialmente su cani, fino al 1954 quando si presentò la giusta occasione: Richard Herrick, un uomo del Massachusetts stava morendo per una nefrite cronica, una malattia dei reni. Non aveva speranze se non provare un trapianto. A donare l’organo, un rene, Ronald, il fratello gemello omozigote. Chiaramente Murray fu preoccupato dei rischi per il donatore sano, aveva remore etiche, subì molte critiche e pressioni, ma dopo un consulto anche con autorità del clero, e spinto dal fatto che si trattasse di due gemeli identici, col suo team intervenne. Regalò a Richard Herrick 8 anni di vita durante i quali sposò un’infermiera conosciuta in ospedale ed ebbe due figli. Morì nel ‘62 per una recidiva della nefrite. Nel 1959 Murray effettuò con successo anche il primo trapianto da donatore non identico e dunque con rischio di rigetto e nel 1962 il primo trapianto di rene da cadavere. Il resto è storia e vita di tante persone.
Fonte: Nobel prize.org
Foto: Gettyimages