Ricetta elettronica dal 1° marzo in tutta Italia: il cartaceo, dopo diverse sperimentazioni in diverse regioni, viene totalmente abbandonato per favorire una gestione più semplice e veloce a livello burocratico. Finalmente si recepisce un vecchio decreto di 3 anni fa grazie ad una legge approvata nel dicembre 2015.
Niente più blocchetti con fogli bianchi e rossi: dal primo giorno di marzo per prescrivere un farmaco o una visita specialistica il medico avrà bisogno di collegarsi ad un sistema informatico per inserire i dati. Lo stesso che dovrà usare il farmacista al momento della vendita per verificare la prescrizione. Questo, va sottolineato, non è sinonimo ancora di una completa rinuncia alla carta: un piccolo foglietto da consegnare in farmacia verrà comunque consegnato almeno per i primi tempi in modo da essere in grado di recuperare i medicinali prescritti anche in causa di malfunzionamento dei sistemi o della connessione internet per collegarsi allo stesso.
Si tratta di una decisione “furba” da parte del Sistema sanitario Nazionale? Non totalmente. Le osservazioni del segretario Nazionale della Fimmg ( Federazione italiana medici di medicina generale, N.d.R.), Giacomo Milillo sono più che lecite:
Dietro i vantaggi della dematerializzazione delle ricette si cela però un rovescio della medaglia: qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza. Il medico non potrà più contare sul supporto dell’assistente di studio e ci saranno complicazioni anche nelle procedure di coinvolgimento del sostituto medico che, per il momento, dovrà continuare ad utilizzare la ricetta rossa. Il rischio è che tutti gli oneri ricadranno sul titolare, con un aggravio di lavoro e tempo tolto alle visite.
Se l’utilizzo della ricetta elettronica è stato deciso per rendere meno gravoso il lavoro e migliorare il tempo dedicato dal medico al paziente, probabilmente ancora non si è sulla strada giusta. Importante: in questa che viene considerata una fase di “avvio” sono esenti dall’uso della ricetta elettronica l’ossigenoterapia, gli stupefacenti, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. Di buono, vi è il fatto che i medicinali, grazie alla ricetta elettronica, potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di appartenenza.
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