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Sindrome sgombroide, indagini su casi nel foggiano

La sindrome sgombroide ha rialzato la testa nel foggiano. Almeno così sembrerebbe date le segnalazioni giunte sul territorio di almeno 10 casi di intossicazione da istamina.

Partiti immediatamente i controlli

Sono quindi partiti da parte nel servizio veterinario di igiene degli alimenti di origine animale dell’Asl di Foggia controlli a tappeto in pescherie e ristoranti. Un’azione necessaria per comprendere da dove questa nuova ondata di sindrome sgombroide sia partita, al fine di evitare altre intossicazioni.

Sono stata una decina di persone che si sono rivolte al pronto soccorso per via di una importante sintomatologia. Nessuno di loro ha riportato grandi danni dopo la somministrazione della terapia adeguata. Per nessuno di loro, fortunatamente, vi è stato bisogno del ricovero ospedaliero e sono seguiti dalla Asl presso le proprie abitazioni.

È stato il gran numero di segnalazioni a far scattare l’allarme e di conseguenza l’inizio dei controlli a tappeto. L’idea è quella di prelevare dei campioni e scoprire da dove arrivino i pesci contaminati. La sindrome sgombroide o intossicazione da istamina è causata dalla presenza di quest’ultima molecola che viene a formarsi con la decomposizione dell istidina. Questo processo è legato a una scorretta conservazione del pesce.

Se questo non è conservato in maniera adatta i batteri presenti nel pesce danno vita alla presenza di questa molecola. È per questa ragione che quando si acquista, ad esempio, del tonno fresco o decongelato è importante verificare la modalità di conservazione.

È consigliabile non fidarsi solamente del fatto che questo sia posto all’interno del ghiaccio sul banco di vendita. Ma è importante verificare che sia stato sempre conservato a temperature adeguate, comprese tra gli zero e i 2 °C.

Come evitare la sindrome sgombroide

Per evitare la sindrome sgombroide è importante acquistare solo da rivenditori autorizzati e di comprovata onestà. I sintomi di questa patologia vanno dall’arrossamento e al prurito del viso e all‘orticaria sul corpo fino a vertigini, cefalea, vomito e diarrea.

La sintomatologia può comparire anche qualche ora dopo l’ingestione del pesce e la sua forza essere legata sia alla sensibilità della persona che alla quantità di tossina introdotta. E importante fare attenzione perché si tratta di una reazione allergica che può condurre allo shock istaminico causa di ipotensione e collasso cardiocircolatorio.

Bisogna quindi fare molta attenzione sempre quando si mangia pesce crudo o cotto. È importante acquistare un prodotto che sia stato correttamente abbattuto e conservato in maniera tale da eliminare qualsiasi proliferazione batterica pericolosa o parassiti. Non sempre si può avere la possibilità di intervenire nell’immediato a livello medico. E le conseguenze possono essere devastanti.