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Staminali senza uccidere gli embrioni, nuovo metodo

Un team di scienziati guidati da Karl Tryggvason del Karolinska Institutet svedese ha messo a punto un metodo che permette di generare cellule staminali di alta qualità su larga scala, ma senza distruggere gli embrioni umani. In questo modo l’annoso dilemma etico che in Italia (ma non solo nel nostro Paese) impedisce ai ricercatori di utilizzare queste cellule sarebbe superato. I risultati della scoperta sono stati pubblicati su Nature Communications.

Allo stato attuale, le cellule staminali embrionali sono ottenute dal sovra-numero di embrioni fertilizzati in vitro che non sono utilizzati per ottenere una gravidanza e gli embrioni usati non sopravvivono alla procedura. Per ragioni etiche la legislazione italiana, come anche in altri paesi, vieta la produzione di staminali embrionali. Gli scienziati svedesi, in collaborazione con un istituto di ricerca medica di Singapore, hanno sviluppato un sistema che consente di prelevare una singola cellula dall’embrione, costituito da 8 cellule, che può essere poi ricongelato e impiantato nell’utero senza pregiudicare lo sviluppo del bambino.

L’innovativo metodo è stato derivato da una tecnica già utilizzata per la diagnosi genetica pre-impianto per verificare potenziali malattie ereditarie. Le staminali embrionali sono una risorsa molto preziosa per la medicina poiché possono svilupparsi in qualsiasi tipo di tessuto. La ricerca, infatti, ne ha già dimostrato la capacità nell’ottenere ad esempio cellule per la produzione di insulina, del muscolo cardiaco o dell’occhio. Come ha assicurato Tryggvason:

Ora possiamo coltivare le staminali in un ambiente chimicamente definito e di qualità clinica. Ciò significa che è possibile produrre cellule staminali embrionali su larga scala, con la precisione richiesta per la produzione farmaceutica. Grazie a questa tecnologia la fornitura di staminali embrionali umane non sarà più un problema. Sarà possibile creare una banca dove le cellule staminali possono essere abbinate per tipo di tessuto, per evitare il rigetto nei trapianti.

I campi di applicazione sono molteplici e sarebbe una vera rivoluzione per la medicina rigenerativa.

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