Un incidente, una grave malattia ed un prolungato stato di coma che a sua volta può comportare complicati effetti collaterali quali gravi spasticità o ossificazioni para-articolari (POA). Spesso tali conseguenze-oltre la condizione di base- non permettono ai pazienti di poter tornare a camminare e a volte neppure di stare seduti su una sedia a rotelle. Oggi si può recuperare da tale condizione, grazie alla tecnologia. E’ stato presentato in queste ore un laser di ultima generazione al Tullio, la cui altissima precisione, nelle mani di professionisti qualificati, permetterà di trattare tali problematiche, donando nuove speranze per la qualità della vita. Il laser in questione si chiama Cyber TM 200 ed è stato donato da Quanta System a Villa Beretta, un Centro di Riabilitazione d’Eccellenza italiano, con sede a Costa Masnaga (LC).
Spiega il Dott. Franco Molteni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Riabilitativa di Villa Beretta:
“Da tempo è noto che si possano creare delle condizioni di rigidità di un’articolazione, di un muscolo, di un tendine o un eccesso di formazione di ossa intorno ad un’articolazione che impediscono il movimento: esse possono essere rimosse con tecnica chirurgica che necessita di essere precisa, il meno possibile traumatica e il più possibile priva di effetti collaterali.”
Attualmente le POA vengono ridotte o eliminate tramite martello e scalpello chirurgici, con metodica tradizionale che è però piuttosto invasiva e non sempre applicabile a tutti i pazienti, per ovvie motivazioni. Il laser al tullio è il primo al mondo con questa indicazione:
“Il laser ha tutte le caratteristiche tecniche per migliorare tali aspetti, quindi offre un vantaggio importantissimo rispetto a quello che si può fare. Ancora più affascinante è la possibilità di andare in modo ultra preciso e selettivo a rompere piccolissimi fascicoli di nervi che così non vanno più ad attivare in modo assolutamente inappropriato dei muscoli, che con il loro contrarsi si oppongono al movimento anziché produrlo. Siamo di fronte ad una strada davvero importante per migliorare la possibilità chirurgica, per migliorare i risultati e per renderla applicabile anche in persone in gravi condizioni generali, che attualmente noi non abbiamo, quindi è una novità da tutti i punti di vista. Tecnicamente è un approccio estremamente innovativo e rivoluzionario.”
Rimuovere queste cause di rigidità muscolare ed articolare è particolarmente importante anche per proseguire gli obiettivi di riabilitazione, ad esempio, quale mezzo nel percorso terapeutico, quando l’intento è quello di far indossare un esoscheletro al paziente:
“L’esoscheletro produce un movimento che il soggetto non è in grado di fare, riproducendolo sistematicamente può o sostituire la funzione completamente o modificare la capacità del cervello di controllare l’arto. Il laser non è applicato insieme all’esoscheletro, bensì è nel percorso di cura per poter usare bene l’esoscheletro.
Ma quali sono le caratteristiche specifiche del laser chirurgico al tullio? Come si distingue dagli altri attualmente utilizzati? Spiega Paolo Salvadeo, Amministratore Delegato di Quanta System – azienda italiana del Gruppo El.En tra i più importanti produttori mondiali di laser medicali, scientifici ed industriali.
“Le caratteristiche specifiche del laser al tullio sono quelle di avere un fortissimo assorbimento idrico ed un’alta selettività nei confronti del target che è tipicamente un tessuto biologico. E’ velocissimo e può lavorare per ablazione, vaporizzazione e taglio ma anche per cauterizzazione, ovvero è caratterizzato da una fortissima emostasi (cioè il controllo del sanguinamento ndr). ”
Non solo:
“Tra i progetti futuri che stiamo valutando, oltre all’utilizzo del laser in chirurgia stiamo vagliando anche l’utilizzo di laser particolari con certi regimi temporali e certe lunghezze d’onda per creare una foto bio-stimolazione per i pazienti. In caso i pazienti debbano essere portati sotto terapia di riabilitazione questo tipo di laser potrà in qualche modo ammorbidire i muscoli, permettendo loro di indossare determinati apparecchi come l’esoscheletro che consente ai pazienti con gravi lesioni midollari o spinali di camminare.”
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