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Trapianto di midollo osseo simultaneo salva 2 gemellini

Due gemelli di appena 12 mesi sono fuori pericolo grazie un trapianto di midollo osseo simultaneo. Il doppio intervento è stato eseguito al Bambin Gesù di Roma e i piccoli pazienti sono stati dimessi dopo alcune settimane di ricovero in ottime condizioni, con un completo attecchimento delle cellule del donatore non consanguineo.

I piccoli erano affetti da una malattia rara ereditaria del sangue: la linfoistiocitosi emofagocitica familiare (Lef). Tutti i bambini che nascono con questa patologia (1 nuovo nato su 50mila), senza trapianto, muoiono nei primi mesi di vita. La Lef è caratterizzata da un’eccessiva proliferazione di alcune cellule del sistema immunitario (macrofagi e linfociti T) e generalmente è scatenata da un’infezione virale.

Si manifesta nei primi mesi di vita febbre elevata senza causa apparente e ingrossamento del fegato e della milza. Già nel momento della comparsa dei primi sintomi oppure in seguito possono manifestarsi anomalie neurologiche, come aumento della pressione intracranica, irritabilità, rigidità del collo, ipotonia o ipertonia, convulsioni, paralisi dei nervi cranici, atassia, emiplegia o tetraplegia, cecità e anche coma. Altre manifestazioni possono comprendere citopenia (riduzione delle cellule del sangue) e disturbi del fegato e del midollo osseo.

Come ha spiegato a Panorama il professor Franco Locatelli, direttore del dipartimento di Oncologia del Bambin Gesù, che ha eseguito la doppia operazione:

La cura di questi due gemellini è uno straordinario successo, cui, oltre ovviamente all’equipe trapiantologica dell’ospedale Bambino Gesù, hanno contribuito la disponibilità improntata al più nobile senso di bio solidarietà del donatore, l’organizzazione e l’efficienza del registro italiano dei donatori di midollo osseo e la grande qualificazione e competenza di Nicola Santoro e Baldo Martire della Clinica pediatrica di Bari. Loro hanno svolto un ruolo importante nella gestione dei bambini e con cui da anni abbiamo consolidato rapporto di fruttuosa collaborazione. La sanità italiana, in maniera molto sinergica, dimostra ancora una volta di saper dare risposte di assoluta eccellenza a malattie di elevata complessità.

Il trapianto è avvenuto grazie ad un donatore reperito sul registro statunitense, ma è un caso del tutto eccezionale che uno stesso donatore sia impiegato per trattare 2 pazienti, per di più simultaneamente.

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