Il Ministero della Salute ha pubblicato le linee guida relative alle apparecchiature per il trattamento delle acque per uso umano: ovvero una serie di indicazioni e consigli per scegliere adeguatamente tra quei dispositivi che ci consentono di bere acqua potabile filtrata o eventualmente arricchita.
E’ innegabile che ormai da diversi anni apparecchi di questo tipo stiano occupando uno spazio sempre più ampio nelle nostre abitazioni e che l’offerta che ne è nata abbia reso necessario creare una sorta di guida per il consumatore al fine di assisterlo nella scelta e fargli comprendere quale soluzione sia la migliore per lui. Gli impianti di trattamento per le acque destinate all’uso umano non son infatti tutti uguali.
Secondo le linee guida pubblicate dal Ministero la persona intenzionata ad utilizzare queste apparecchiature deve avere ben chiaro il funzionamento specifico delle stesse al fine di optare per una scelta che sia in grado di influire positivamente sul suo stato di salute. E questo significa sia avere presente il processo di manutenzione della macchina, sia conoscere le qualità della stessa che il dispositivo produrrà. In particolare se si soffre di patologie come i calcoli renali o l’insufficienza renale essere coscienti della composizione che l’acqua avrà una volta trattata diventa di vitale importanza.
E’ quindi necessario valutare adeguatamente prima di un acquisto la veridicità delle informazioni che l’eventuale distributore provvede a fornire al consumatore e contestualmente conoscere la composizione della propria acqua prima ed eventualmente dopo il trattamento, come già anticipato, per comprendere se adatta alle proprie condizioni di salute.
Nello specifico bisogna verificare, così come suggeriscono le linee guida emesse dal Ministero, che i macronutrienti come il calcio, il cloro, il fosforo, il magnesio, il potassio, il sodio e lo zolfo rientrino nella quantità adatta al nostro consumo, al pari di microelementi come cromo, cobalto, ferro, fluoro, iodio, manganese, rame, selenio e zinco.