L’Aids è uan malattia ancora lontana dall’essere sconfitta, eppure un passo in avanti è stato effettuato presso i laboratori dell’ImQuest BioSciences, finanziati dall’US National Institutes of Health. L’ultima novità in campo medico è un cerotto che contiene un farmaco che può tenere sotto controllo la malattia. Finora è stato testato solo sugli animali, ma visti i buoni risultati a breve dovrebbero cominciare anche i test sugli umani.
L’idea è venuta dopo la constatazione che molti pazienti, anche affetti da condizioni diverse dall’Aids, non prendono come dovrebbero i loro farmaci. In questo modo il cerotto, che va indossato per 7 giorni, rilascia gradualmente il principio attivo del farmaco, consentendo lo stesso effetto, peraltro ad un costo di gran lunga inferiore rispetto a quello dei farmaci classici.
Secondo i ricercatori, i cerotti transdermici sono in grado di somministrare il 96% di un farmaco direttamente attraverso la pelle in una settimana. Ma attenzione perché il farmaco è ancora in fase di sviluppo, e non è disponibile al pubblico. Ad ogni modo gli scienziati affermano che dovrebbe essere in grado di inibire l’infezione da HIV.
I pazienti con HIV, il virus che causa l’Aids, attualmente vengono trattati con una pillola al giorno negli Stati Uniti, o con due pillole al giorno di un altro farmaco in altri Paesi, secondo i dati della Fondazione per la ricerca sull’AIDS. Tuttavia, affermano i portavoce, molto spesso questi farmaci hanno effetti collaterali (seppur minimi), e non sempre vengono presi. Per questo potrebbero avere uno scarso effetto, e bisognava trovare il modo per rendere l’inoculazione costante.
Il vantaggio del cerotto, a seconda di quanto tempo secerne il giusto livello di farmaco, è la capacità di mantenere il giusto livello del farmaco senza le fluttuazioni osservate quando si prendono le pillole
ha spegato il dott. Johnston, uno degli autori dello studio. Addirittura, ipotizzano i medici, un cerotto simile potrebbe servire, teoricamente, anche ad impedire di contrarre l’HIV, ma c’è ancora molta strada da fare.
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[Fonte: Health24]