In passato il Viagra è stato spesso additato come un pericolo, specialmente per gli uomini più anziani, in quanto accelerando il battito cardiaco potrebbe favorire l’infarto ed altre condizioni. Ma ribaltando la prospettiva vediamo che questo medicinale, usato per risolvere alcuni problemi sessuali, in realtà può aiutare anche con alcune condizioni cardiache che fanno arrivare poco sangue al cuore.
In particolare, secondo lo studio effettuato presso la Mayo Clinic di Rochester, in Minessota, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bochum, in Germania, il Viagra potrebbe essere molto utile per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca diastolica, una condizione in cui una camera del cuore non si riempie a sufficienza di sangue. La famosa pillola blu non fa altro che aumentare l’afflusso di sangue al cuore, rendendo più elastiche le pareti cardiache che nelle persone affette da questa condizione sono anormalmente rigide.
Il trucco sta nel principio attivo del Viagra, il sildenafil, il quale inibisce l’enzima fosfodiesterasi 5 A che provoca l’aumento della formazione della sostanza messaggera cGMP, la quale a sua volta attiva l’enzima proteina chinasi G che attribuisce gruppi fosfato di alcune proteine. Il risultato di tutto questo processo è il rilassamento dei vasi sanguigni. Inoltre il principio attivo agisce anche sulla titina, la proteina del muscolo cardiaco, dando un ulteriore effetto benefico dato che proprio la titina era una delle cause dell’irrigidimento del cuore.
Lo studio, pubblicato su Circulation, è stato effettuato sui cani, ed ha prodotto risultati molto positivi. Infatti il farmaco ha dimostrato di agire in pochi minuti, così da fornire sollievo ai problemi cardiaci in modo quasi immediato. Secondo uno dei ricercatori quasi la metà dei pazienti sopra i sessant’anni ricoverati per problemi cardiaci è affetto da insufficienza cardiaca diastolica, la quale oggi non è facilmente curata a causa della mancanza di farmaci sicuri. Questa però potrebbe essere una soluzione che però ancora non è stata completamente dimostrata.
[Fonte: Sciencedaily]
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