La “sindrome del QT lungo” è caratterizzata, elettrocardiograficamente, da un intervallo dell’onda QT ed onde T anomale. Clinicamente vi è una sincope indotta da stress, oppure dopo sforzo fisico intenso, morte improvvisa ed aritmia ventricolare di natura familiare (tachicardia ventricolare polimorfa e “torsaide de pointes”, brachicardia e alterazione delle onde T). Anche se questa malattia è molto più spesso provocata da farmaci antiartimici o di altra natura iatrogena, vi sono anche forme familiari dovute a malattie genetiche.
Molto rara è invece la “sindrome familiare della Wolf-Parkinson-White“:PQ corto con episodi di tachicardia parossistica sopraventricolare. La conduzione tra atri e ventricoli avviene attraverso una via accessoria. L’ECG a riposo evidenzia un PQ corto ed un impastamento della fase di ascesa del QRS (la cosiddetta “onda delta“). Altra cardiopatia congenita è la “sindrome di Holt-Oram” che si presenta con una displasia degli arti superiori (anomalia del braccio, specie il sinistro ma anche bilaterali, pollici con tre falangi, aplasia del radio fino alla focomelia, ipoplasia della clavicola) e difetto cardiaco del setto interatriale (più raro il DIV, ossia il difetto intervetricolare).
Più frequente è la “stenosi sopravalvolare aortíca“, la cui incidenza stimata è di 1 su 20.000 nascite. La forma più comune è associata alla “sindrome di Williams” che presenta oltre alla stenosi valvolare aortica anche sovente una stenosi arteriosa polmonare periferica e stenosi valvolare polmonare (più raro il DIV o il DIA), oppure la coartazione aortica o la stenosi dell’arteria renale. Lo spettro completo della “sindrome di Williams” comprende una faces dismorfica (un aspetto del viso definito “da elfo”), ipercalcemia infantile, ritardo mentale, bassa statura. Spesso questi individui hanno una personalità particolarmente estroversa (buffoni “da cocktail party”).
Il termine fenotipo definisce caratteristiche fisiche, fisiologiche che si manifestano nel paziente. Nel “omocisteinuria” su base genetica, la corporatura è alta e sottile, le dita sono a forma di ragno (aracnodattilia), vi è un infossamento toracico (“pectum escavatum“), osteoporosi, cifoscoliosi. Frequente anche la forte miopia entro i 10 anni di età dovuta ad sublussazione del cristallino. Dal punto di vista cardiologico la malattia comporta ateroscierosi e trombosi sia arteriosa che venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare).
E’ un quadro clinico per molti versi, quello dell’omocisteinuria, assai simile alla “sindrome di Marfam“, una malattia ereditaria del tessuto connettivo causata da un difetto di una proteina che risponde al nome di fibrillina. Questa malattia colpisce circa una persona su diecimila ed ha la stessa frequenza nei maschi e nelle femmine. La diagnosi può essere formulata a qualsiasi età: dal periodo neonatale fino all’età adulta. Nell’omocisteinuria familiare si produce, per un difetto genetico dovuto ad un deficit dell’enzima cistotionina beta-sintetasi, troppa metiotina nel sangue e metionina e cisteina nelle urine.
Dal momento che la fibrillina è molto diffusa nell’organismo la “sindrome di Marfan” interessa il sistema scheletrico, oculare, cardiovascolare, cutaneo, polmonare e il sistema nervoso centrale. L’alta statura con il torace esile, le lunghe braccia e le mani a forma di ragno (aracnodattilia), la lassità legamentosa con iperdistensibilità, la deformità del torace, la scoliosi, il palato “a volta” (ogivale): queste le manifestazioni scheletriche. A livello cardiovascolare è soprattutto interessata l’aorta ascendente, la valvola aortica e la mitrale. La dilatazione aortica avviene lentamente nel tempo fino alla rottura della stessa, con conseguente morte improvvisa. E’ per tutti questi motivi che è consigliabile eseguire ogni anno, in questi pazienti, degli esami ecocardiografici al fine di somministrare beta-bloccanti. Quando poi la dilatazione dell’aorta ascendente raggiunge un diametro di 5 cm,è necessario un intervento chirurgico.