Lo scompenso cardiaco colpisce quasi 1 milione di italiani causando circa 190 mila ricoveri l’anno. E’ la seconda causa di morte in Italia ed è dunque un disturbo da non sottovalutare.
Per sensibilizzare chiunque sui pericoli dello scompenso cardiaco è stata presentata a Milano – con il patrocinio del Ministero della Salute – la Campagna “I Love Life”, un’iniziativa di Novartis promossa con il patrocinio di AISC, Associazione Italiana Scompensati Cardiaci. Michele Senni, Direttore della Cardiologia 1 dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha affermato in occasione della presentazione:
Il paziente con scompenso cardiaco va incontro a un significativo decadimento della qualità della vita trovandosi costretto a dover progressivamente limitare le proprie attività quotidiane fino ad arrivare a dover stare in poltrona o addirittura a letto, nei casi più severi. La patologia è caratterizzata da ripetuti ricoveri che pian piano diventano sempre più frequenti e ravvicinati nel tempo, fino a condurre alla morte che può avvenire anche in maniera improvvisa. E’ una malattia particolarmente subdola spesso il paziente dopo un primo ricovero torna a casa e, passato l’episodio acuto, si sente ‘come prima’ e inizia a trascurare la propria condizione facendosi complice inconsapevole di una progressione silente della patologia. Ai pazienti con scompenso cardiaco va, quindi, ricordato che la patologia continua a progredire anche in assenza di sintomi evidenti di peggioramento