E’ più di un mese che il virus dell’ebola sta mettendo in difficoltà la Guinea ed altri stati africani. I numeri dei contagiati crescono sempre di più, le risorse scarseggiano e tra i medici sale la paura per un eventuale attacco di bioterrorismo.
Non dobbiamo infatti dimenticare che il virus dell’ebola, nel ceppo che ha colpito il continente africano quest’anno, sta causando molte vittime. Su un totale di 1093 casi, si contano circa 660 decessi: numeri decisamente alti che stanno mettendo a dura prova la resistenza medica dei paesi colpiti. Medici senza Frontiere che lavora in loco parla di risorse ormai insufficienti, sia a livello economico che di personale sanitario. E Asante Darko, medico del New Crystal Hospital della capitale del Ghana, non esita a puntualizzare quali potrebbero essere i pericoli che il suo stato si troverebbe ad affrontare se i contagi per l’ebola non si fermassero all’unico caso per ora accertato:
Si tratta di un virus per il quale non ci sono cure e la nazione non è preparata . Se i terroristi entrano in contatto con questo virus potrebbero usarlo come bio-arma e questo è piuttosto inquietante.
Un quadro forse “esagerato” quello del bioterrorismo al momento paventato dal sanitario, le cui preoccupazioni per questa febbre emorragica sono però comprensibili. Non dobbiamo dimenticare che non vi sono terapie che funzionino effettivamente e che l’unica cosa che si può fare è sostenere al meglio possibile il sistema immunitario affinché possa essere in grado di combattere la malattia da solo. Attualmente i paesi più colpiti sono Liberia, Sierra Leone e Guinea. In Nigeria ed in Sierra Leone è stato purtroppo registrato un primo decesso. E due medici americani di stanza presso le strutture africane hanno contatto il virus. E’ importante che venga fatto ogni sforzo utile per mantenere i contagi ad un livello più basso possibile.
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