Se state progettando una vacanza nei Caraibi, è ancora il caso di attendere prima di visitare Haiti. Quello che una volta era un Paradiso in Terra, oggi, a distanza di un anno e mezzo dal terremoto, è ancora un Inferno. A confermarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, nell’ultimo studio sulla situazione epidemica del colera, conclusosi il 12 giugno scorso, ha rilevato che, dopo un primo calo di contagi, il numero dei malati ha ripreso a salire.
Sarebbero circa 18 mila i nuovi casi, specialmente concentrati nella zona tutta intorno alla Capitale Port-au-Prince, rilevati in poco più di un mese, e così i buoni risultati ottenuti negli scorsi mesi sono stati nuovamente azzerati. I dati sono stati confermati dall’ONG Medici Senza Frontiere che ad aprile aveva rilevato un calo fino a 400 contagi a settimana (ottimi numeri visto che all’inizio dell’emergenza i casi a settimana erano migliaia), ma che a metà maggio ha dovuto registrare un nuovo incremento.
Quest’altalenanza però potrebbe essere positiva in quanto la curva degli ammalati non sale continuamente ma in alcune settimane scende, ed anche vertiginosamente, fino a volte a dimezzarsi.
La diminuzione della scorsa settimana nei casi è una buona notizia, ma non possiamo abbassare la guardia. L’epidemia di colera ad Haiti è tutt’altro che finita. Gli operatori sanitari devono rimanere a portata di mano, e forti miglioramenti sono ancora urgenti in materia di igiene, servizi igienici e acqua potabile. Soprattutto con la stagione degli uragani che sta per arrivare, e la seconda stagione delle piogge, l’epidemia potrebbe registrare una nuova ondata in qualsiasi momento
ha affermato il capo missione di MSF Sylvain Groulx. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno nella vicenda, possiamo affermare che, nonostante le condizioni igieniche precarie, le organizzazioni umanitarie sono riuscite nell’impresa di salvare migliaia di vite in quanto il colera è una malattia che, seppur terribile, può essere sconfitta se trattata subito. E gli ultimi dati sui decessi parlano di un tasso di mortalità di appena lo 0,4% dei malati. Da qui però, al far tornare l’isola alla normalità e ad aprire ai turisti, c’è ancora tanta strada da fare e, almeno per quest’anno, Haiti resta una destinazione off-limits.
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[Foto: Medici Senza Frontiere]