L’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole la produzione di più dosi del vaccino contro il colera. Quella che in occidente è una malattia ormai sconosciuta sembra aver alzato la sua virulenza nel resto del mondo, risultando endemica in molti più paesi di quanto si pensi.
Ed a causa delle condizioni di vita ed igiene non sempre adeguate sta cominciando a tornare un vero problema per la salute e la sopravvivenza di molte persone. Il vaccino contro il colera in questione è di tipo orale, quindi facile da utilizzare in qualsiasi contesto. Il problema consta in una produzione non sufficiente a coprire i possibili casi. L’esempio lampante del perché si abbia bisogno di una maggiore produzione del medicinale e del perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia richiesto ad una terza azienda farmaceutica di produrne dosi in alte quantità è data dalla media dei contagi annuali: si parla di un numero che oscilla tra 1,4 milioni e 4,3 milioni. Le dosi disponibili finora su un periodo di 12 mesi sono state 50 mila. Assolutamente inefficaci nel contrastare la patologia, soprattutto se si pensa che ogni persona ha bisogno di due dosi di questo vaccino orale per una profilassi completa ed efficace contro la malattia.
Il colera, va ricordato, è un’infezione diarroica causata dal batterio Vibrio cholerae. Esso si trasmette per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati. Non va sottovalutata: nelle sue manifestazioni più gravi può causare severe disidratazioni in grado di mettere in pericolo la vita di coloro che contraggono l’agente patogeno. Originario dell’India, questo batterio ha dato vita, dal momento della sua scoperta, a sette pandemie: l’ultima di essere, iniziata negli anni ’60 viene considerata ancora in corso.
In concomitanza di pessime condizioni igienico sanitarie è impossibile debellare totalmente il Vibrio cholerae: Motivazione per la quale l’OMS ha deciso di spingere sull’approccio terapeutico farmacologico più efficace a disposizione.
Fonte | OMG e ISS
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