I farmaci di fascia C continueranno ad essere venduti in farmacia. La liberalizzazione di questi medicinali non si riesce proprio ad ottenere. A dare notizia del “nulla di fatto” ci ha pensato direttamente il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Quest’ultima sottolinea in questo modo non solo di aver aiutato le piccole farmacie a sopravvivere, ma anche aver tutelato i pazienti. Se medicinali come gli psicofarmaci avessero subito il passaggio di vendita anche nei supermercati e nelle parafarmacie sarebbero conseguentemente aumentati sia il consumo che la somministrazione. Il tenere i farmaci di questa tipologia nelle farmacie aiuterebbe a mantenere, inoltre, una certa sicurezza nella gestione degli stessi.
Secondo il ministero, liberalizzare i farmaci di fascia C avrebbe portato ad un aumento della spesa farmaceutica: fattore questo che si è tentato di evitare il più possibile onde non rovinare il delicato equilibrio sul quale la sanità italiana si trova da qualche anno a questa parte. Il Patto della Salute messo a punto recentemente si basa prima di tutto sul contenimento delle spese: per il ministro, portare i farmaci necessari di prescrizione medica nei supermercati e nelle parafarmacie significherebbe creare una dispersione malevola in grado di rendere difficile anche la messa in atto del LEA da parte delle Regioni.
La corsa alla liberalizzazione dei farmaci era partita nel 2006, quasi in sordina, con il governo Prodi: si era tentato in quel caso di dare il via libera al commercio dei farmaci da banco in qualsiasi esercizio commerciale fosse stato presente un farmacista laureato. Questo provvedimento era andato a favore delle parafarmacie che in questo modo erano abilitate anche al commercio di farmaci “tradizionali” come il paracetamolo, ad esempio.
La vera prima apertura alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C si era ottenuta con il governo Monti: circa 5mila parafarmacie avevano avuto il via libera alla vendita dei medicinali accompagnati da ricetta medica. Con le decisioni prese negli ultimi giorni si ritorna indietro, bloccando di concerto anche la possibilità di apertura di nuove farmacie non rivedendo la possibile densità delle stesse nei nuclei abitati.
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