L’epatite C è la forma peggiore di questa malattia, ed ha rappresentato un vero e proprio rebus per i ricercatori di tutto il mondo dato che ancora oggi non esiste una cura sicura al 100%. Una nuova ricerca effettuata presso l’Università degli Studi di Milano potrebbe però dare una nuova speranza per il futuro.
Se diagnosticata in fretta e trattata immediatamente, dopo pochissimo tempo dal contagio, dall’epatite C si può guarire nel 60% dei casi. Ad affermarlo è Massimo Colombo, ordinario di Gastroenterologia all’Università milanese, il quale ha spiegato che utilizzando il peginterferone alfa-2a si è trovato il modo per migliorare le prestazioni dei farmaci antivirali, riducendo la somministrazione del medicinale ad una sola volta a settimana.
Si inietta un interferone peghilato sotto cute, coniugato con una sostanza chimica inerte, e si irrobustisce la sua azione con un farmaco in compresse, Rivabirina
ha spiegato Colombo, il quale ha aggiunto che, se non curata, l’epatite C può portare a cirrosi epatica e tumore al fegato.
[Fonte: Agi]