La ricerca in campo genetico sta facendo passo da gigante. E la possibilità recentemente annunciata di poter effettuare test di paternità su un feto di appena 12 settimane (tre mesi) fa parte di ciò che questo progresso medico ha da offrirci. Grazie ad uno studio condotto negli Stati Uniti da un laboratorio di ricerca privato, con sede nell’Ohio, da ora in poi sarà posssibile confrontare il Dna del feto, estratto dal sangue materno, con quello del papabile padre biologico.
Fino ad ora, a causa dello stretto legame genetico tra la mamma in gravidanza ed il nascituro, poter riconoscere il dna paterno all’interno di quello mitocondriale della madre era un analisi pressochè impossibile da eseguire. Grazie alla statunitense DNA Diagnostic Center, molto presto sarà possibile trasformare questo nuovo esame in un test di routine.
Una scoperta interessante che dimostra insieme alla recente messa a punto di altri test neonatali, come la ricerca stia man mano allargando il suo raggio di azione anche alla fase “pre-nascita” dell’essere umano. Un esempio tra tutti è rappresentato dall’esame del sangue di recente ideazione in grado di verificare il sesso del feto attraverso il dna fetale che viaggia libero nel sangue materno. Anche in quel caso, grazie alla genetica, sarà possibile non solo scoprire se si aspetta un bambino o una bambina, ma soprattutto verificare, senza bisogno di esami invasivi come quello dell’amniocentesi se sussistano malattie di tipo genetico.
Era necessario riportare questo esempio per comprendere che questo “nuovo” test di paternità si basa sullo stesso assunto: dna fetale presente nel sangue della gestante dal quale “purificare” quello del feto per confrontarlo con quello del suo presunto padre ove necessario. A livello tecnico questo test andrà a confrontare 317mila punti del dna fetale e maschile per trovare corrispondenze.
Spiega il dott. Michael Bard della DDC al magazin britannico New Scientist:
I risultati degli esperimenti per verificare la validità del test sono stati già sottomessi al vaglio di una rivista scientifica e dell’organo regolatorio American Association of Blood Banks (AABB) per ottenere la certificazione.
I risultati del test sono stati stupefacenti: gli scienziati hanno infatti validato il test mettendo a confronto il dna dei feti con quello di mille uomini scelti random e quello dei padri. L’esame si è rivelato accurato al 100% senza falsi positivi o falsi negativi.
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Fonte: New Scientist