In Italia ammalarsi di cancro è ancora sinonimo, in molti casi, di perdita di lavoro. Non solo una maggiore spesa in termini economici e sociali da parte di pazienti e famiglie ma anche una “scusa”, spesso per il datore dell’impiego, di liberasi del dipendente.
E questo rappresenta un problema dell’intero comparto lavorativo: anche perché in pochi conoscono e mettono in pratica quelle regole previste dalla legge per salvaguardare l’occupazione. Ed ecco quindi che per i malati l’ammalarsi di cancro corrisponde quasi sempre a meno reddito percepito ed sa più costi. Per farvi un esempio calzante utilizzeremo i dati che l’Associazione Italiana Malati di Cancro ha diffuso: meno dell’8% degli aventi diritto ha richiesto il passaggio al part-time secondo quanto reso possibile dalla Legge Biagi. Meno del 12% ha utilizzato la legge 104/1992 sui permessi retribuiti e poco più del 7% ha usufruito dei giorni messi a disposizione per sottoporsi a terapie salvavita. Anche essi, insieme ai congedi lavorativi sono riconosciuti legislativamente.
Ovviamente questa condizione interessa da vicino anche coloro che assistono i malati, definiti comunemente caregiver, che si prendono cura dei propri cari in modo continuativo. Per combattere questa condizione è nato un progetto, chiamato “Pro Job: lavorare durante e dopo il cancro – Una risorsa per l’impresa e per il lavoratore” che punta ad integrare i pazienti oncologici nel mondo del lavoro in modo più stretto ed a sensibilizzare i datori di lavoro affinché si impegnino loro stessi a tutelare i propri lavoratori. Come spiega il prof. Francesco Cognetti, presidente di ‘”Insieme contro il Cancro”:
Evidenze scientifiche dimostrano che il lavoro aiuta a guarire e a seguire meglio i trattamenti. Ma servono nuovi strumenti per non escludere i malati dal mondo produttivo. Dall’estremo della perdita dell’occupazione alla perdita forzata di giornate o di ore, è evidente che, malgrado gli sforzi di adattamento dei pazienti, si entra in una fase di non facile conciliazione tra condizione di salute e lavoro. È essenziale che il mondo delle imprese comprenda che i malati oncologici possono e devono lavorare, ma non necessariamente come prima della diagnosi.
Se ne avete la necessità quindi, informatevi ed avvaletevi di tutti gli strumenti necessari a tutelarvi.
Photo Credit | Thinkstock