Sulle modalità di trattamento delle fratture ossee, arriva il monito degli esperti: i bambini non sono adulti in miniatura e dunque non vanno trattati come tali.
Al contrario, il trattamento delle fratture in età pediatrica richiede specifiche conoscenze di fisiologia della crescita.
Una procedura scorretta nella cura dei pazienti in età infantile o durante la fase adolescenziale, più che da mancanze tecniche, spesso è provocata da errori di valutazione che trascurano le condizioni particolari di questa fascia di età. A dirlo è un recento studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Deutsches Ärzteblatt International.
Usando l’esempio del trattamento delle fratture degli arti superiori, Ralf Kraus del Marburg-Gießen University Medical Center, e Lucas Wessel, dello University Medical Center Mannheim, spiegano di cosa bisogna tener conto nella diagnosi, nella cura e nel post-trattamento di una frattura nei bambini.
Gli studiosi sottolineano i possibili errori terapeutici e delineano delle vere e proprie strategie per non incorrervi.
Le cause tipiche di errori terapeutici sono una valutazione diagnostica imprecisa, l’errata interpretazione della radiografia, un trattamento chirurgico che non è appropriato per il tipo di frattura, e controlli a breve, medio e lungo termine scarsi o assenti.
A parere degli autori, un trattamento delle fratture in misura sufficiente e in un modo che sia appropriato per i pazienti pediatrici deve iniziare con la somministrazione immediata dell’adeguata terapia analgesica. Stabilire una prognosi di crescita è una componente fondamentale del trattamento successivo. L’obiettivo è quello di ripristinare la mobilità il più velocemente possibile e di evitare conseguenze che possono presentarsi sotto forma di disabilità motoria e disturbi della crescita. Per approfondire:
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[Fonte: “The treatment of upper limb fractures in children and adolescents”, Deutsches Ärzteblatt International]