Lo stretching prima di correre non preserva i muscoli dai crampi come si comunemente si credeva. Soprattutto se lo si fa per la prima volta dopo tanta inattività.
Quello che può sembrare una contraddizione, è il risultato di uno studio presentato presso l’ultima riunione dell’Annual Meeting of the American Academy of Orthopaedic Surgeons (AAOS).
Ovviamente, se lo si è fatto sempre prima di una qualsiasi attività fisica, lo stretching ha validità, più che altro perché i nostri muscoli ormai sono abituati ad essere sollecitati: in questo caso smettere di praticarlo potrebbe portare a sviluppare dei traumi all’apparato muscolare. La tesi dello studio focalizza l’attenzione sul fatto che, se non lo si è mai praticato, si può continuare a fare altrettanto: non è infatti funzionale nei casi nei quali non si è mai applicato prima di un allenamento.
La ricerca ha preso in considerazione circa 3000 podisti che correvano almeno 16 km nel corso della loro settimana e che facevano solitamente dello stretching in prima della corsa. I volontari sono stati divisi in due gruppi casuali. Uno di loro doveva fare dello stretching prima di correre. Di base, coloro che l’effettuavano, passavano almeno dai tre ai cinque minuti a stirare i muscoli prima di iniziare.
I dati raccolti hanno dimostrato, come sostenevano gli scienziati, che lo stretching non crea danni ai muscoli se viene messo in atto, ma che nemmeno può essere considerato un’efficace prevenzione contro gli strappi muscolari se non lo si è mai praticato. Ovviamente, nell’analisi sono stati presi in considerazione determinati fattori: lesioni pregresse, infortuni relativi agli ultimi quattro mesi prima dello studio, ed anche l’ indice di massa corporea dei partecipanti.
Spiega il dottor Daniel Pereles, uno dei luminari coinvolti nella ricerca:
Come corridore io stesso, ho sempre pensato che lo stretching prima di una corsa aiutasse a prevenire gli infortuni. Tuttavia, abbiamo scoperto che il rischio di lesioni è stato lo stesso in uomini e donne, sia che fossero corridori a lungo che corto chilometraggio, e in tutte le fasce di età.
Il risultato sorprendente dello studio, continuano i ricercatori, è il fatto che l’elemento chiave per capire se una persona può essere vittima di infortuni nel corso di un allenamento, non è relativo allo stretching ed alle sue conseguenze, bensì alle azioni che abitualmente i corridori mettono in pratica prima di iniziare a correre.
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Fonte: La Stampa