Possono presentarsi danni al cuore anche di coloro che hanno avuto il covid in forma leggera: è anche per questa ragione che si spinge molto sulla campagna vaccinale. Purtroppo la salute del muscolo cardiaco, stando a uno studio recentemente presentato, potrebbe incontrare problemi con maggiore frequenza anche nelle persone con le quali il virus è stato più clemente.
Il covid e gli effetti sul cuore
Quanto e come il covid possa avere effetti sul cuore è una domanda alla quale la comunità scientifica tenta di rispondere da mesi: sebbene il campione sia molto piccolo, solo 47 pazienti, è apparso essere interessante uno studio di tipo preliminare condotto da una squadra coordinata da Kate Hanneman e Paaladinesh Thavendiranathan dell’Università di Toronto. La ricerca in questione è stata pubblicata su JAMA Cardiology ed è stata basata sullo sfruttamento della FDG-Pet (Tomografia a emissione di positroni) coadiuvata dal Fluorodeossiglucosio, un tracciante specifico e della risonanza magnetica in aggiunta agli esami del sangue chiamati a monitorare l’infiammazione.
Attraverso questi test diagnostici è stato possibile rilevare come nel 17% dei pazienti era presente un forte stato infiammatorio del miocardio non notabile clinicamente.Entrando più nello specifico i ricercatori canadesi hanno voluto studiare cosa accade al miocardio e al suo metabolismo quando le persone guariscono dal covid: dei 47 pazienti quaranta sono rimasti in casa nel periodo dell’infezione, quattro sono stati ricoverati in reparti ordinari e tre sono stati ospiti di terapie intensive.
Rialzo dei parametri legati allo stato infiammatorio
Coloro che hanno presentato un andamento più anomalo del metabolismo del miocardio hanno presentato anche un rialzo di quei parametri legati allo stato infiammatorio come la proteina C-reattiva, l’interleuchina 6 e l’interleuchina 8. È importante sottolineare che le condizioni di questi pazienti con il tempo si sono risolte o comunque sono migliorate: quel che è ancor più rilevante comprendere è che al momento ancora non si possono escludere maggiori danni legati al virus sul lungo termine e che in una piccola percentuale di pazienti con covid-19 lieve possono essere presenti segni d’infiammazione del cuore che perdurano nel tempo.
Come sottolineano gli esperti una ricerca che nata per mostrare la bontà di uno strumento diagnostico si ritrova a rappresentare un “avvertimento” ai medici di fare attenzione a particolari segni nei pazienti, in modo tale da affrontare con la giusta serietà le problematiche che potrebbero presentarsi anche in coloro che hanno vissuto l’infezione in modo leggero. Ci vorrà tempo per conoscere tutte le conseguenze che questa malattia comporta a prescindere dalla sua gravità nel paziente: mantenere alta l’attenzione non è a ogni modo un atto improprio.