Il diabete è una malattia cronica che affligge gran parte della popolazione mondiale. La ricerca, sempre attiva, è ora salita alle cronache per una possibile cura da eseguire attraverso delle cellule staminali produttrici di insulina.
Di sicuro le cellule staminali in questi ultimi 10 anni sono diventate il fulcro di molti approcci sperimentali medici. La loro scoperta ha portato all’applicazione della tecnica loro riguardante praticamente in ogni campo. E da tutto ciò anche la cura del diabete non è rimasta esente. Vogliamo infatti parlare di un nuovo studio condotto dall’University of British Columbia (UBC), in collaborazione con BetaLogics Venture della Janssen Research & Development che ha preso in considerazione, come anticipato sopra, di trasformare le cellule staminali in cellule produttrici di insulina ( e quindi di tipo pancreatico, N.d.R.).
In particolare questo approccio sembrerebbe essere perfetto per tentare di mettere a punto una terapia efficace contro il diabete di tipo 1. In laboratorio la conversione da staminali a produttrici di insulina durerebbe solo 6 settimane. Come spiega Timothy Kieffer, professore del Dipartimento di scienze fisiologiche e chirurgia dell’UBC:
Siamo un passo più vicino ad avere una quantità illimitata di cellule che producono insulina per curare i pazienti affetti da diabete di tipo 1. Non abbiamo ancora realizzato cellule completamente funzionali, ma siamo molto vicini. Le cellule che creiamo in laboratorio producono insulina, ma sono ancora immature e hanno bisogno trapianto sull’ospite per completare la trasformazione in cellule completamente funzionanti.
Ovviamente il passo successivo a questo dovrà essere quello di rendere le cellule non rigettabili dal corpo nel quale dovranno essere iniettate. Pubblicata sulla rivista di settore Nature Biotechnology, la ricerca in questione pur essendo ancora alle sue prima fasi sembra promettere davvero bene in quanto a validità nell’approccio del diabete di tipo 1. Se le previsioni fatte dagli scienziati dovessero rivelarsi esatte, fra qualche anno potremmo effettivamente avere tra le mani una terapia contro il diabete davvero interessante.
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