Esistono diversi tipi di epilessia quasi tutte curabili con antiepilettici ma anche tipi dove la terapia non è efficace, come nel caso di quella dei lobo temporale. L’unico rimedio è la rimozione chirurgica delle zone del cervello coinvolte nella genesi della malattia. Ora però è stato fatto un passo in avanti grazie ad un gruppo di ricercatori dei dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza, coordinati dal professor Fabrizio Eusebi, in collaborazione con il centro Neuromed in Molise e con l’Università di Camerino.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Acaderny of Science, Usa). Gli studiosi hanno scoperto che nuove sostanze di sintesi derivate da un neuromodulatore endogeno (l’adenosina) sono efficaci nelle epilessia del lobo temporale. Quando un gruppo di neuroni manifesta un’ipereccitabilità anomala può insorgere una crisi epilettica.
Questa ricerca propone un nuovo approccio per diminuire questa ipereccitabilità. Dai tessuti cerebrali malati sono stati isolati i recettori per il GARA, un neurotrasmettitore inibitorio, che negli epilettici è meno efficace. Questi recettori sono stati trapiantati negli ovociti della rana Xenopus e testati con nuove sostanze di sintesi in grado di ripristinare una normale inibizione cerebrale, spiega la dottoressa Eleonora Palma, dell’Università Sapienza di Roma. Scoperta che rende possibili nuove cure.