I suini sono noti vettori del batterio Yersinia enterocolitica, che può infettare sia altri suini sia gli esseri umani. L’infezione umana avviene attraverso la carne di maiale cotta male e consumata semi-cruda. Il professore Truls Nesbakken della Norwegian School of Veterinary Science sta cercando di eliminare il batterio dai suini e in un futuro prossimo potremmo mangiare carne suina senza correre il rischio di contrarre questo tipo di infezione.
La tesi del dottor Nesbakken, a culmine del terzo dottorato di ricerca di colui che è uno degli scienziati norvegesi più illustri, si incentra proprio sulla possibilità di tenere chiusi i suini da riproduzione in allevamenti isolandoli dal batterio Yersinia enterocolitica. Uno degli articoli a sostegno della tesi indica infatti chiaramente che è possibile mantenere sotto controllo il batterio, che è attualmente molto diffuso nella popolazione dei suini. Nell’uomo il batterio può causare grave artrite, tra le altre malattie. Il maiale è il principale ospite del batterio, e il percorso più comune di infezione causata dal maiale per l’uomo si ritiene sia quello di tipo diretto proveniente dal mangiare carne di suino.
I macelli norvegesi hanno già introdotto una serie di importanti misure per migliorare l’igiene della macellazione, argomento che è anche oggetto di studio del dottorato del professor Nesbakken. Tuttavia, rimane ancora molto da fare, considerando il fatto che due persone che hanno mangiato carne di maiale in salamoia per Natale nel 2006 sono morte di yersiniosi. Solo raramente la yersiniosi può portare a un tale esito tragico, e la maggior parte dei casi non provocano che un’infezione intestinale o nel peggiore dei casi artrite.
Un allevamento di suini privi di malattie infettive è denominato SPF (specific pathogen-free) che significa “privo di agenti patogeni specifici”. In un contesto più ampio, è molto probabile che si possa anche produrre carne di maiale priva di yersinia enterocolitica, toxoplasma e salmonella. In tal caso si tratterebbe di una evoluzione verso allevamenti HPF (human pathogen-free), liberi cioè di agenti patogeni per l’uomo. Questo sviluppo è quello auspicato dalle più recenti ricerche nel campo della diffusione delle malattie tra animali e uomini.
[Fonte: Norwegian School of Veterinary Science (2009, April 13). Pig Of The Future Might Be Free Of Diseases That Can Infect People. ScienceDaily. Retrieved April 13, 2009, from http://www.sciencedaily.com /releases/2009/04/090406091650.htm]