E’ stato modificato il primo embrione umano in Cina. Dopo tanti “annunci” spesso non presi per veritieri, un gruppo di scienziati cinesi ha effettivamente scavalcato tale linea. Il confine “intoccabile” è stato superato, creando scalpore e perplessità.
I ricercatori hanno spiegato di averlo fatto per tentare di combattere una grave malattia genetica, la “beta-talassemia”. Questo non toglie che si sia valicato un confine etico davvero importante . Lo studio dedicato è stato condotto dall’Università Sun Yat-sen a Guangzhou, ed è stato pubblicato sulla rivista di settore Protein and Cell dopo essere stato rifiutato da Science e Nature, due dei più grandi interlocutori della ricerca scientifica. Sarebbe stata poi proprio quest’ultima rivista a rilanciare pubblicamente la ricerca commentando l’accaduto.
Per quanto gli esperti cinesi abbiano sottolineato di aver utilizzato embrioni umani non vitali, coordinati dal genetista Junjiu Huang, è impossibile togliersi dalla testa che si sia agito su cellule umane fecondate. E che da qui alla reale modifica genetica di esseri umani il passo potrebbe essere relativamente breve. Se qualcuno decidesse di modificare dei geni (a prescindere o meno da una potenziale utilità del gesto) e poi impiantare questo embrione facendolo nascere tramite una gravidanza surrogata? Ci sarebbe modo di assicurare la nascita e crescita normale dell’eventuale bambino?
Sono davvero tante le domande che vengono da porsi a livello etico. Secondo Nature quello presentato nella ricerca è un metodo già studiato con le cellule umane adulte o con gli embrioni animali, ma fino ad ora mai utilizzato in quelli umani. Va detto che i risultati hanno lasciato a desiderare: degli 86 embrioni umani manipolati, solo 71 sono sopravvissuti e 54 sono stati testati poi geneticamente. Alla fine della sperimentazione si è arrivati alla riparazione effettiva del gene interessato nella beta-talassemia in solo 28 embrioni. E come se non bastasse si sono presentate delle modifiche genetiche non intenzionali che hanno mostrato la non sicurezza della tecnica stessa.
In generale la scienza medica esprime la sua contrarietà per l’accaduto, non solo per via una tecnica lacunosa ma per le possibili involontarie modifiche del genoma: esse potrebbero causare cambiamenti non prevedibili sulla persona e le sue generazioni future.
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