Una delle terapie più efficaci in caso di paralisi cerebrale è il baclofene. Questo farmaco viene utilizzato con successo per combattere la spasticità e tenere sotto controllo i sintomi. Uno studio condotto recentemente, il più ampio realizzato finora, ne conferma la validità anche nei bambini.
La sperimentazione ha avuto luogo qui in Italia, presso l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano dove si è studiato l’effetto della terapia con infusione intratecale di Balcofene. Quello della paralisi cerebrale infantile è un problema reale nel nostro paese. Circa mille bambini ogni anno sviluppano questa patologia per via di un danno irreversibile al cervello, un problema ereditario o ad una lesione di tipo traumatico. I sintomi principali riguardano la distonia, la contrazione muscolare involontaria e la spasticità. Il quadro clinico che si viene a creare presuppone una costante erogazione di cure. Il baclofene è un farmaco miorilassante ad azione centrale utilizzato per curare la paralisi cerebrale negli adulti. Lo studio in questione ne conferma la possibilità di utilizzo anche in età pediatrica. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di settore Journal of Neurosurgery, èd stato realizzata su un campione di 430 pazienti in 14 anni, di età compresa tra i 6 e i 19 anni. Spiegano i ricercatori:
Lo studio ha analizzato la sicurezza della ITB, ovvero la Terapia con Baclofene Intratecale, somministrato con una piccola pompa computerizzata impiantata a livello sottocutaneo direttamente nel canale spinale. Si tratta di una terapia costo efficace per il sistema sanitario; è stato, infatti, dimostrato che la terapia con pompa impiantabile genera un risparmio.
Questa malattia di solito è accompagnata, oltre che dai sintomi sopra descritti, anche da disabilità motorie e disturbi del cammino, mancanza di coordinazione e disturbi cognitivi. La riabilitazione può fare molto, dando modo anche alla famiglia del malato di imparare a gestire il proprio congiunto. Anche la terapia farmacologica a base di baclofene è contemplata ma qui in Italia non è di facile erogazione. Riuscire a validarne l’utilizzo anche per i bambini, renderebbe forse possibile un suo maggiore utilizzo con i vantaggi che ne conseguirebbero.
Fonte | JoN
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