Una crema antirughe può salvarci dal rischio di sviluppare il Parkinson? No, ma forse uno dei suoi principali componenti fitovegetali si. La chinetina, secondo uno studio condotto dall’Università della California di San Francisco può riuscire a rallentare la malattia.
E’ stata una scoperta piacevole quella degli scienziati californiani.La chinetina infatti, un fitormone nello specifico, non solo aiuta a spianare le nostre rughe facendoci sentire ed apparire più giovani ma sarebbe in grado di fare da scudo nei confronti degli effetti degenerativi che il Parkinson ha sulle cellule cerebrali. L’effetto di questa molecola sui neuroni è da tempo oggetto di studio da parte del gruppo di ricercatori che dopo aver riscontrato questi benefici in laboratorio attraverso test biochimici e cellulari, sta ora passando al modello animale per poi, in caso di successo, prendere in considerazione il passaggio della sperimentazione in trial clinici sull’uomo.
I risultati ottenuti finora sono stati pubblicati sulla rivista di settore Cell. Ecco come commenta il dott. Kevan Shokat, principale autore della ricerca:
La chinetina è una grande molecola da seguire, perché è già venduta in farmacia come una moderna crema antirughe. Quindi è un farmaco che conosciamo tutti ed è sicuro. Esso fa un qualcosa che non abbiamo mai pensato fosse chimicamente possibile. Ma sta a dimostrare che se si trova la chiave giusta per la serratura giusta, sarete in grado di aprire la porta.
E’ proprio la sicurezza della sostanza nei confronti dell’organismo umano a rappresentare una forte potenzialità, soprattutto nei confronti di una malattia così debilitante come quella di Parkinson. Non dobbiamo dimenticare che le origini di questa patologia ancora non sono chiare. Al momento infatti ne conosciamo gli effetti e tentiamo, grazie alla ricerca, di curare gli effetti più palesi come i tremori ed evitare che la stessa degeneri fino alla demenza ed altri problemi di salute.
Che si sia finalmente arrivati ad un punto di svolta per chi è affetto da Parkinson? Non ci resta che attendere ulteriori risultati.
Fonte | Cell
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