Un nuovo studio ha provato l’efficacia del secukinumab nel trattamento delle persone affette da psoriasi.Questo farmaco ha mostrato di essere in grado di portare ad una guarigione completa o quasi delle manifestazioni sulla pelle in percentuali molto elevate tra i pazienti.
I risultati sono stati presentati nel corso del 73° Convegno Annuale della American Academy of Dermatology tenutosi a San Francisco. Gli scienziati che hanno lavorato sul farmaco hanno mostrato che il secukinumab è superiore in quanto efficacia all’ustekinumab nel trattamento della psoriasi di tipo moderato-grave. Lo studio che ha consentito di giungere a tali conclusioni è di fase III e durato 52 settimane, di tipo multicentrico, randomizzato ed in doppio cieco in modo tale da ottenere un quadro il più possibile veritiero sugli effetti della molecola. In tutto il campione preso in analisi è stato composto da 679 persone provenienti da 24 paesi in tutto il mondo.
I primi cenni di maggiore efficacia del farmaco contro la psoriasi sono arrivati dopo 16 settimane: alcuni pazienti hanno infatti iniziato a manifestare una completa o quasi guarigione dalle placche sulla pelle. Tutto questo con la stessa sicurezza di azione dei farmaci già in uso per la patologia. Spiegano i ricercatori:
Siamo lieti di condividere i nuovi dati a lungo termine che dimostrano come l’efficacia duratura e il profilo di sicurezza favorevole di secukinumab aiutino i pazienti affetti da psoriasi a mantenere una condizione di risoluzione completa o quasi delle manifestazioni cutanee nell’arco di due anni di trattamento.
Non dobbiamo dimenticare che la psoriasi è una malattia cronica che causa prurito, desquamazione e dolore e che quindi le persone che ne sono affette hanno necessità di terapie che non solo li aiutino a risolvere le manifestazioni visive della malattia, ma anche che siano in grado di dare sollievo dai bruciori e dalla sintomatologia dolorosa. Ciò che appare ancora molto interessante, in merito al secukinimab, è che i risultati ottenuti si mantengono inalterati nel tempo dopo un anno di terapia nella maggior parte dei casi, ancor più, ovviamente, se un approccio basato sul farmaco viene mantenuto.
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