La schizofrenia potrebbe avere una causa genetica? Sembrerebbe proprio di sì. Di certo un particolare interruttore molecolare nel cervello in grado di stimolare il suo sviluppo.
Lo studio dedicato, condotto dai ricercatori dello Stanley Center for Psychiatric Research del Broad Institute del MIT è stato pubblicato sulla rivista di settore Nature. Gli scienziati americani sono stati in grado, per la prima volta nella letteratura medica, di individuare questo particolare processo: un fattore che spiegherebbe finalmente cosa è che non va a livello neurologico in quelle persone, soprattutto giovanissime, alle quali viene diagnosticata la schizofrenia.
Una tale scoperta apre di certo la strada a strumenti e nuove metodologie atte ad una diagnosi precoce ed alla creazione di farmaci specifici che possano combattere effettivamente la patologia con successo. Ancora più importante: ciò che è emerso sembra convincere gli esperti in materia che fino ad ora si erano mostrati scettici.
Secondo lo studio condotto, il rischio di schizofrenia di una persona cresce esponenzialmente quando nel suo cervello sono presenti varianti del gene che si occupa della riduzione delle connessioni neuronali dell’encefalo che non servono più. Se questa espressione del DNA lavora troppo porta ad un’eccessiva rimozione delle stesse, e di conseguenza molta materia grigia va perduta: è come se i neuroni portassero ipoteticamente al collo un segnale che invita alla loro uccisione.
I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità parlano chiaro: sono circa 25 milioni le persone affette da schizofrenia in tutto il mondo: si tratta di una delle malattie mentali più pericolose per le persone che ne sono affette. Ed a causa delle difficoltà di mantenimento della cura anche tra le più costose per i sistemi sanitari nazionali. Nonostante l’euforia per la scoperta, gli scienziati hanno deciso di muoversi cautamente e di lavorare approfonditamente su ciò che si potrà ottenere dall’aver individuato questo processo prima di lasciarsi andare a proclami a tal riguardo.
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