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Stress, si eredita di madre in figlio?

Lo stress si tramanda? A quanto pare si potrebbe parlare di una impronta epigenetica che passa dalla madre al figlio, secondo una recente ricerca eseguita a tal riguardo.

 

Lo stress è ereditario?

Entrando più nello specifico, uno studio sottolinea come le donne che si trovano a vivere in condizioni di povertà assoluta e in ambienti molto difficili possano essere in grado di trasmettere lo stress sia ai loro figli che ai loro nipoti.

Dobbiamo sottolineare che lo stato di stress non è legato a ciò che ci occorre, ma al modo in cui noi reagiamo a ciò che ci succede. Inoltre, dobbiamo ricordare che abbiamo a disposizione delle risorse antistress di tipo esterno e interno che possiamo applicare.

Cosa significa questo? Che possiamo imparare a prendere bene quel che capita e possiamo farlo attraverso i tratti della nostra personalità. Ovvero quel “sottofondo” genetico di tipo psichico che ognuno di noi possiede e che si forma in base alle nostre esperienze. Questa una nostra risorsa antistress di tipo interno. Sono di tipo esterno invece tutte quelle risorse legate all’ambiente socioculturale nel quale viviamo e che danno vita alla nostra capacità di coping o resilienza.

Lo studio sopracitato, condotto dagli scienziati dell’università di Washington e pubblicato sulla rivista di settore Pnas, ha mostrato come se le donne incinte non riescono a utilizzare queste risorse per affrontare le diverse criticità alle quali sono sottoposte, lo stress che provano possono trasmetterlo anche ai loro figli.

A essere colpita è l’amigdala

Portando a problemi di sviluppo dell’amigdala, l’area cerebrale che ha un ruolo importante nell’adattamento comportamentale. Tutto ciò è stato riscontrato valutando l’attività cerebrale durante il sonno di 261 neonati sani, attraverso la risonanza magnetica funzionale. Gli scienziati hanno visto come, nonostante l’amigdala fosse sana, la sua funzione risultasse alterata. Facendo spazio a una predisposizione al rischio di problemi di maturazione psichica.

Tenendo conto delle variabili prese in considerazione e del fatto che lo studio sia avvenuto negli Stati Uniti, se questo processo venisse confermato potrebbe evidenziare come condizioni come l’assoluta povertà possa avere anche conseguenze di tipo psichico sui più piccoli. Un problema che potrebbe avere conseguenze anche in Italia, dove il numero delle persone in condizioni di povertà continua a crescere.

Questa impronta epigenetica potrebbe arrivare a colpire anche i nipoti, come già ipotizzato dalla psichiatra Rachel Yehuda nel 2005. Fortunatamente in mancanza di “conferme” questa impronta tende a esaurirsi in una o due generazioni. Fattore derivante dal fatto che l’ereditarietà epigenetica si comunica attraverso l’Rna e non  attraverso il Dna.