Cosa succede al nostro corpo in caso di un ipotetico viaggio su Marte? Ora possiamo saperlo grazie ad uno studio effettuato dalla NASA: un uomo è stato tenuto per 70 giorni consecutivi a letto senza alzarsi per riprodurre le condizioni di viaggio degli astronauti verso il pianeta rosso.
E si può dire fin da subito che l’esperienza non è stata di successo, almeno per il momento. Il volontario che è stato sottoposto alla sperimentazione, dopo essersi alzato per la prima volta, non è riuscito a rimanere in piedi nemmeno 15 minuti, il tempo richiesto dagli scienziati della NASA. Certo, va detto che questo può avvenire anche se ci si alza troppo di fretta dal letto. La rivista Vice, sulla quale l’uomo ha raccontato la sua storia, ci apre sì una finestra su quello che succederebbe al nostro corpo nel corso di un ipotetico viaggio su Marte, ma deve essere anche osservata con occhio critico.
Non si può non sottolineare come il nostro organismo, attualmente, non sia abbastanza preparato ad una simile esperienza. E non solo per via di questo esperimento. Dopo 70 giorni di immobilità, il tempo calcolato per la potenziale “missione”, quando l’uomo si è alzato dal letto ha immediatamente sentito di avere le gambe pesanti, nel momento in cui la circolazione sanguigna ha ripreso a funzionare in modo corretto per una persona in posizione eretta. E non solo: il cuore ha accelerato fino a 150 battiti al minuto (tachicardia, N.d.R.) ha iniziato sudare ed a sentire formicolii per tutto il corpo. Ha provato a rimanere in piedi per 15 minuti, ma improvvisamente, prima di raggiungere il tempo “limite”, il battito è sceso a 70 e l’uomo si è sentito svenire: ha subito un collasso.
Una reazione fisiologica forse scontata, ma che non dispone a favore dell’esplorazione spaziale. Soprattutto in un contesto nel quale non è possibile permettersi cedimenti fisici.
Tralasciando le implicazioni psicologiche di un viaggio lungo come quello verso il pianeta rosso, l’esperimento della NASA ha mostrato come a livello fisico l’uomo, nonostante la fisioterapia sostenuta, ad imitare il movimento limitato nella navicella, ancora non sia pronto ad affrontare un simile viaggio: eseguendo delle analisi ematiche gli scienziati si sono resi conto che l’uomo aveva anche perso il 20% del volume delle sue cellule del sangue. Insomma, servirà ancora del tempo prima che il corpo umano sia pronto davvero per una simile avventura.
Fonte | Vice
Photo Credit | Vice-Nasa