Si può vincere la paralisi con la stimolazione transcutanea? Al momento tutto rientra all’intero di una sperimentazione, ma per la prima volta i dottori sono riusciti a trovare un modo di donare a pazienti completamente paralizzati la possibilità di rimuovere volontariamente gli altri senza chirurgia.
La stimolazione transcutanea è una nuova tecnica che finora ha aiutato 5 pazienti a muovere le proprie gambe. Sono state necessarie diverse settimane di riabilitazione ed allenamento utilizzando della stimolazione elettrica, terapia fisica ed un medicinale sperimentale per giungere a questo risultato. Non può ancora essere considerata la soluzione definitiva ma di sicuro è un grande passo della scienza verso la ripresa di alcune funzioni degli arti paralizzati. Come spiega il dott. Roderic Pettigrew, il direttore del National Institute of Biomedical Imaging and Bioengineering presso il National Institutes of Health americano che ha donato dei fondi per la ricerca:
Questi risultati incoraggianti continuano dare prove di come i danni al midollo spinale possano non più essere sinonimo di condizione irreversibile e paralisi inguaribile se si lavora di più sulla ricerca.
Lo studio, pubblicato sulla rivista di settore Journal of Neurotrama ha coinvolto 5 uomini paralizzati da almeno 6 anni, seguiti dai ricercatori dell’Università della California a Los Angeles e San Francisco ed il Pavlov Institute di San Pietroburgo in Russia. Questa nuova tecnica è stata messa a punto partendo da una ricerca pregressa che indicava come le persone rimaste paralizzate presentassero un midollo spinale con delle funzioni potenziali che potevano essere “raggiunte” attraverso la stimolazione elettrica In passato alcuni pazienti affetti da paralisi erano stati in grado di muovere gli altri grazie all’impianto di elettrodi nel midollo: gli scienziati americani volevano raggiungere l’obiettivo senza ulteriori operazioni chirurgiche. E sembrano esserci riusciti. Continua il dottor Pettigrew:
Il potenziale di questa nuova tecnica risiede proprio nel non aver bisogno di terapia chirurgica: potrebbe essere in questo modo a disposizione di un maggior numero di persone. E’ un esempio perfetto di come la biologia e l’innovazione tecnologica possono lavorare.
E non si può dargli torto.
Photo Credit | UCLA