Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Vaccini » Pertosse, pediatri criticano Chiara Nasti

Pertosse, pediatri criticano Chiara Nasti

In materia di pertosse i pediatri si schierano contro Chiara Nasti. Lanciando un allarme rispetto alla tipologia di “opinione” espressa dalla influencer per via delle gravi ripercussioni potenziali sulla salute dei bambini.

La pericolosità della pertosse

Per comprendere meglio dobbiamo fare un passo indietro e richiamare ciò che la donna ha detto in merito alla vaccinazione sulla pertosse, consigliata alle donne in gravidanza in modo tale da dare una protezione al nascituro. I pediatri sottolineano la pericolosità di questa malattia, ricordando che se neonato contrae questa patologia il rischio di decesso deve essere calcolato.

È Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) a evidenziarlo in seguito alle parole di Chiara Nasti. L’influencer, seguita da ben 2,1 milioni di persone e moglie del calciatore Mattia Zaccagni, ha raccontato di non essersi vaccinata con la pertosse in gravidanza. In risposta a un suo follower ha sottolineato che “da incinta” non farebbe “nulla del genere” perché spaventata dagli effetti avversi preferendo quindi di non avvalersi di questa possibilità.

È un messaggio sbagliato quello che passa. Soprattutto nel momento in cui rincara la dose. “Vedo gente che ormai si indigna per tutto”, ha risposto. “E quasi ti vuole convincere a fare ogni tipo di vaccino. I nostri parenti all’epoca non hanno fatto niente di ‘sta roba“.

Peccato però che la storia ci insegna come proprio per la mancanza di vaccinazione contro la pertosse a disposizione delle madri in gravidanza molti neonati hanno rischiato la vita o hanno subito gravi danni, anche di tipo permanente. Alcuni bambini sono morti di pertosse e morivano in numero più ampio prima della vaccinazione dedicata.

Un allarme sulla recrudescenza della pertosse è stato lanciato proprio qualche mese fa, lo scorso ottobre. In occasione della morte di un neonato di 34 giorni per questa patologia e per il decuplicarsi dei casi in Europa nel 2023.

Dare voce alla scienza e non alle opinioni

Come sottolinea il presidente della Federazione dei pediatri, il problema sta nel fatto che a parlare di medicina siano persone che non conoscono la materia. Ma che hanno purtroppo un grande seguito, con il potenziale rischio di un’emulazione sbagliata. Non è possibile, continua il medico, che vengano ascoltate persone prive di competenze che si sostituiscono a esperti, ignorando evidenze scientifiche.

Per quanto ogni persona sia libera di agire come vuole, Chiara Nasti compresa, è importante che chi possiede una cassa di risonanza così rilevante capisca di non dover diffondere messaggi così pericolosi.

Soprattutto perché nel caso della pertosse, anche per via delle sue conseguenze, non è solamente necessario vaccinare la donna in gravidanza, ma anche il bambino dopo il sessantunesimo giorno di vita.