Un vaccino “universale” contro polmonite, meningite e setticemia. Ciò che sembra ad una analisi superficiale quasi assurdo, si rivela al contrario possibile. O potrebbe divenire tale. Ci stanno pensando i ricercatori del Trinity College di Dublino, capeggiati dal professore Ed Lavelle.
Il team ha gettato le basi per la creazione di un vaccino che possa, grazie alla comune base batteriologica, spingere il sistema immunitario a combattere o prevenire la polmonite, la setticemia e la mengite, tutte causate da diversi ceppi dello Streptococco Pneumoniae.
Immaginate cosa potrebbe significare lo sviluppo di una tale protezione per il nostro corpo. Lo studio del Trinity College è stato pubblicato presso la rivista PLoS Pathogens e spiega come un vaccino di questo genere permetterebbe di salvare la vita di almeno un milione di bambini che ogni anno muoiono per le patologie legate a questo batterio. Nello specifico la ricerca rivela che le difese del nostro organismo vengono attivate dalla tossina batterica dello Streptococco, chiamata pneumolisina. A sua volta quest’ultima attiva un gruppo di proteine chiamate comunemente NLRP3 e formanti un gruppo di molecole protettive, l’inflammasoma.
Esso è niente di meno che un gruppo di proteine che legate insieme attivano, all’interno del nostro organismo una serie di reazioni di difesa. L’inflammasoma è infatti in grado di attivare altre proteine, sempre adibite alla nostra difesa, come le interleuchine che a loro volta inducono dei processi di tipo infiammatorio.
Dove risiede la scoperta? Proprio nel fatto che la pneumolisina è in grado di accendere l’inflammasoma indipendentemente dalle altre risposte che il nostro corpo attua in sua difesa. E questo meccanismo, ritengono gli esperti, può rivelarsi utile per la messa a punto di un vaccino valido contro quelle malattie che la pneumolisina, o meglio lo Streptococco scatena e che abbiamo già citato: la polmonite, la setticemia e la meningite. Tutte infezioni pericolose per l’uomo.