Il primo periodo in cui la pandemia di coronavirus si è palesata si pensava maggiormente a curare nell’immediato piuttosto che a ragionare sulle conseguenze sul lungo periodo dell’infezione: ora, con la campagna vaccinale in atto, il long covid e la sindrome ad esso legata è al centro di diverse ricerche volte a capirne cause e durata.
Sintomi importanti sofferti a lungo dopo guarigione
I sintomi del long covid più ricorrenti sono respiro corto, dolori muscolari, stanchezza cronica e tosse secca, difficoltà cognitive e mal di testa e rispetto ai mesi scorsi è stata finalmente riconosciuta come una sindrome debilitante. La capacità con la quale affligge l’esistenza di coloro che la sperimentano rende ancora più evidente quanto sia necessario proprio evitare di contrarre il covid-19 e non solamente sperare di poterlo vivere in forma lieve: è stato infatti notato come anche persone che hanno avuto il covid in maniera asintomatica hanno poi sviluppato alcune problematiche nel corso dei mesi successivi.
Per comprendere appieno la casistica relativa a questa sindrome bisogna sottolineare che la maggior parte delle persone che contrae il covid non viene ricoverata in ospedale, quindi per avere un’idea certa del numero di persone che sviluppano la sindrome vi è la necessità di seguire nel tempo le persone che sono risultate positive al tampone.
Parlando di numeri, grazie a un’analisi pubblicata dall’Ufficio di Statistica Nazionale del Regno Unito, è possibile sapere che almeno il 13,7% delle persone che hanno superato il covid hanno riportato sintomi fino a 3 mesi dal contagio. Tradotto in numeri internazionali si può sostenere che almeno una persona su dieci tra quelle che contraggono il nuovo coronavirus finisce per sperimentare il long covid. Questo significa che al mondo vi sono circa 12 milioni di persone che hanno la necessità di curare una particolare sintomatologia pur essendosi negativizzate.
Reazione esagerata del sistema immunitario
Secondo gli scienziati il long covid potrebbe essere strettamente legato ad una reazione autoimmune per la quale una iniziale attivazione troppo importante del sistema immunitario invece di combattere il virus si trova ad attaccare i tessuti e gli organi del corpo: monitorando il sangue e la saliva delle persone affette da long covid è stato notato infatti che nel sangue sono presenti livelli alterati di citochine, le molecole le che si occupano di regolare la risposta immunitaria dell’organismo.
Sebbene non vi sia ancora un trattamento preciso per la sindrome del long covid molti paesi stanno facendo partire dei programmi di riabilitazione specifici al fine di lavorare, insieme ad equipe multidisciplinari, sui sintomi che le persone sperimentano.