L’Organizzazione mondiale della Sanità lancia l’allarme rabbia: questa malattia tipica degli animali ed in grado di trasmettersi all’uomo attraverso la saliva o dei morsi infetti si sta ripresentando con molta forza. Colpa questa, di una mancata prevenzione e della concomitante mutazione del virus, che in Ariziona è passata al contagio per via respiratoria tra animali.
Al momento in Europa questa patologia non è di tipo endemico, ma come è realmente la situazione?
La nazione che al momento si candida a destare più preoccupazione è l’Inghilterra, dove ad essere più colpite da questa infezione sono le volpi. E se si pensa che in loco sono comparse delle volpi “giganti” grandi più o meno come un bambino di 7 anni, la situazione promette di essere tutt’altro che rosea. Solitamente questa malattia è portata da pipistrelli e cani, ma con il passare del tempo e la mancata messa in atto di interventi di prevenzione, è stato riscontrato una aumento della patologia anche a carico dei gatti. Ed in Italia?
Stando alle statistiche di settore, l’Italia non si fa mancare i suoi casi di rabbia, specialmente a carica di volpi e gatti soprattutto. Ed a carico di umani, solitamente cacciatori. E se l’Oms rende noto che nel mondo muore di rabbia almeno una persona ogni dieci minuti, va ricordato, per ciò che riguarda l’uomo, che un morso o la saliva dell’animale infetto a contatto con una ferita provoca, se avviene il contagio una lunghissima incubazione (che può arrivare fino ai due mesi, n.d.r.), nei quali la persona colpita appare completamente asintomatica.
Spiega il dott. Angelo Troi, segretario nazionale del sindacato dei veterinari libero professionisti:
Uno dei problemi da affrontare è la lentezza nella profilassi degli animali domestici. Il fatto che in inverno siano diminuiti i casi non deve far abbassare la guardia. Per i proprietari degli animali valgono le precauzioni stabilite da ministero della Salute. Misure di protezione talmente importanti da prevedere fino a 9.000 euro di multa per gli inosservanti.
E’ importante, spiega il veterinario, anche fare attenzione agli animali feriti che si rinvegono ai bordi delle strade. Se il codice della strada ne obbliga il soccorso, la persona deve altresì ricordare che bisogna essere prudenti ed avvertire le autorità sanitarie.
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Fonte: Corriere della Sera