Entro fine marzo dovrebbe essere possibile riuscire a somministrare la vaccinazione anti covid presso i medici di famiglia: una ipotesi che ha poi trovato conferma dopo il protocollo d’Intesa siglato domenica scorsa tra i sindacati, le regioni e il Governo e che vede scendere in campo in tal senso almeno 35 mila medici di medicina generale.
Medicina territoriale in prima linea
Un approccio che vede coinvolta, questa volta in prima linea la medicina territoriale e che potrebbe portare ad una accelerazione importante del piano vaccinale italiano che, sebbene sia uno tra i più avanzati in Europa, va comunque a rilento rispetto alla pianificazione eseguita a inizio anno. Un modo per i medici di famiglia di contribuire all’immunizzazione della popolazione, e che in alcune regioni come Emilia Romagna e Toscana è già partito.
Secondo le stime eseguite, si potrebbe riuscire a far partire la campagna di vaccinazione covid presso i medici di famiglia entro la fine di marzo, in base alle dosi che verranno distribuite dalle aziende che lo producono. La preparazione di questi professionisti consente loro, eventualmente, di poter iniziare a inoculare il vaccino contro il covid-19 anche domani, se l’approvvigionamento di dosi fosse assicurato. Come ha spiegato Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione Italiana dei medici di medicina generale, ora è necessario che tutte le Regioni firmino degli accordi territoriali in base a quelli sottoscritti a livello nazionale.
Importante garantire dosi vaccino
Tenendo conto del fatto che in due mesi i medici di famiglia sono riusciti questo anno a vaccinare contro l’influenza stagionale tra gli otto e i dieci milioni di pazienti, è abbastanza lecito supporre che in poco tempo sarebbe possibile vaccinare diversi milioni di persone anche contro il covid.
Questo consentirebbe, in base anche alla tipologia di vaccino, di iniziare a immunizzare un importante parte della popolazione, favorendo in questo modo una ripresa di moltissime attività che adesso risentono della criticità del contagio. Aver deciso di coinvolgere i medici di famiglia all’interno del piano vaccinale, porterà sicuramente delle ottime conseguenze sulle possibilità di immunizzazione dei cittadini: è però necessario tenere conto delle difficoltà di approvvigionamento delle dosi. Astrazeneca, ad esempio, ha infatti fatto sapere che con molta probabilità le sue dosi saranno dimezzate rispetto a quelle preventivate inizialmente.
Ecco quindi che è importante, oltre a far scendere in campo dei sanitari in grado di approcciare la persona, in caso di conseguenze derivanti dal vaccino, anche assicurarsi di poter contare sul giusto numero di dosi necessarie per assicurare almeno una parziale immunizzazione della popolazione.