Quale è l’attuale situazione riguardante la presenza della febbre West Nile in Italia? Al momento non vi è una condizione che desta allarme, ma una che deve essere comunque monitorata in modo importante. Sono infatti quattro le vittime accertate dallo scorso 12 luglio quando è stata rilevata la prima infezione.
Situazione non allarmistica in Italia al momento
In totale sono undici i casi registrati in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Deve essere sottolineato come la maggior parte delle infezioni virali di West Nile si presenti in maniera asintomatica. Ma nelle persone immunodepresse e anziane, la puntura da pare di una zanzara infetta può portare allo sviluppo di una forma grave della malattia. Ciò che è possibile fare, mancando trattamenti specifici e profilassi da poter attuare, diventa importante sorvegliare e prevenire la puntura.
Ricordiamo che quello del West Nile è un virus che fa parte della famiglia dei Flaviviridae, identificato per la prima volte nel distretto West Nile ugandese nel 1937, dal quale prende il nome. Esso è presente attualmente in Africa, tanto quando in alcune zone di tutti i continenti. Esso è endemico nell’Europa orientale, occidentale e meridionale e, come evidente, è responsabile di una zoonosi.
Questo virus si espande attraverso un ciclo di riproduzione e diffusione basato sugli uccelli e le zanzare del tipo culex. Con le prime raggiunge i diversi luoghi, con i secondi entra in contatto con l’uomo.
Virus West Nile in maggioranza casi asintomatici
In generale, nell’80% dei casi, il virus West Nile dà vita a casi asintomatici: quando compare la febbre del West Nile la sintomatologia è molto simile a quella influenzale. Mal di testa, febbre, vomito, sfoghi sulla pelle e linfonodi ingrossati sono le principali manifestazioni, In alcuni casi, quelli legati a pazienti fragili, può dar vita a casi di encefalite con complicanze neurologiche.
Pur essendo il virus presente in Europa dagli anni Cinquanta, la prima vera pandemia è stata registrata in Romania nel 1996 con ben 400 casi rilevati. In Italia l’ultima risale al 2018, con ben 365 casi confermati e 19 morti. Come già sottolineato non esiste un vaccino. Ne è presente una cura specifica: si trattano i sintomi. Come evidenzia l’ISS il lavoro principale contro il virus viene fatto attraverso la prevenzione.
Dall’inizio di giugno di quest’anno sono stati 15 i casi confermati di West Nile nel nostro paese, di cui nove sono sfociati nella forma neuro-invasiva. Cinque casi sono stati rilevati in donatori di sangue. Le quattro vittime fino a ora registrate sono tutte legate alla forma neurologica della malattia.